India. Complice il silenzio – Luca Buonaguidi
India. Complice il silenzio (Italic, 2016) è un vero e proprio diario di viaggio concepito e scritto in versi, una narrazione emozionale relativa ad un semestre trascorso dall’autore, Luca Buonaguidi, tra Sri Lanka, India, Bhutan, Nepal, Tibet e Kasmir durante l’anno 2013.
La testimonianza tangibile ma soprattutto spirituale di un’esperienza forte, l’esperienza dell’India, parafrasando Alberto Moravia, un’esperienza che, com’è possibile evincere dai versi ma anche dagli scatti dell’autore, corre sotto la pelle e vi resta per lungo, lungo tempo.
Un incontro tra la letteratura di viaggio e la lirica, un connubio emozionale ed emozionante in cui i versi si offrono al servizio della geografia dell’India e dell’anima di chi scrive e di chi legge, portando il lettore lontano, cullato e sospinto dalla carica narrativa di Buonaguidi.
Non mancano, inoltre, le citazioni, come quella di Nicolas Bouvier (“Se non si lascia al viaggio il diritto di distruggerci un po’ tanto vale restare a casa”), particolarmente pregnante per l’occasione, mentre il parallelo con la grande tradizione della narrativa di viaggio (da Jack Kerouac a Tiziano Terzani) nasce spontaneo.
Significativo anche il sottotitolo – Complice il silenzio – che allude a una voce poetica fievole, dimessa, quella che racconta l’India che osserva, immersa nel fascino eterno di culture abitate dal primordiale, un silenzio che non è omertà, o assenza di idee, ma al contrario distacco interno da tutte le cose materiali, un’esperienza trascendente e profondamente spirituale al contempo (“Mi sento a casa/ e mi sento appena/ trovo pace in quest’assenza”, così l’autore descrive la sensazione predominante nel diventare parte integrante del territorio che lo ospita).
Oltre alla bellezza pindarica delle liriche contenute all’interno della raccolta, ad impreziosire il tutto concorrono anche alcune fotografie del viaggio perfette per restituire un’idea dell’India anche a chi non si sia mai avventurato in questo affascinante continente.
Nel complesso, il volume rappresenta un duplice viaggio, quello materiale, svolto attraverso i variegati paesaggi indiani, fonte di immane e costante meraviglia e suggestione, e quello spirituale, compiuto dall’autore all’interno della propria psiche, della propria anima, un viaggio che tutti compiono, almeno una volta nella vita, anche senza percorrere materialmente un solo chilometro.