Inizio subito dicendo che non dovrei trattare questo argomento per due motivi: per prima cosa perché non sono americano e in America non ci sono mai stato, seconda cosa perché non c’ero.
Proverò a darvi qualche informazione basilare su quella generazione che per inseguire un sogno ha cambiato il mondo, in bene o in male non si sa.
Il movimento ebbe origine da quella che fu la Beat Generation degli anni ’50 e poeti come Gary Snider, Allen Ginsberg, Lawrence Ferlinghetti, William Borroughs e Jack Kerouac rimasero fonte d’ispirazione per tutti gli anni ’60 e ’70. Come i beat, anche gli hippy rifiutavano il conformismo e la noia della società consumistica americana degli anni ’50, che proponeva uno stile di vita basato sull'omologazione dei singoli individui. Pur nascendo quasi contemporaneamente, il movimento europeo (inizialmente solo britannico) scaturisce da motivazioni diametralmente opposte a quelle americane: qui la controcultura sorse come reazione all'austerità postbellica.
Dai primi anni ’60 i ragazzi incominciarono a disporre di denaro proprio e videro che lo stato era retto da coloro che, dopo la II guerra mondiale, vivevano come se nulla fosse accaduto: si svilupparono così organizzazioni per il disarmo nucleare che, insieme al successo del rock & roll e all’uso di droghe (quali marijuana e LSD), unì tutti i giovani sotto un comune ideale di libertà.
Grande impulso al movimento fu dato dal rock della British Invasion nata dai Beatles, che con St. Peppers Lonely Hearts Club Band segnarono l’avvento di un nuovo fenomeno musicale, che in poco tempo dilagò in tutto il mondo industrializzato.
Nel 1964 intanto si stavano formando i Pink Floyd che, con Syd Barret a capo, si resero pionieri del movimento psichedelico, offrendo ai loro concerti eccezionali show di luci.
È solo con il 1965 che gli hippy iniziano ad emergere come movimento giovanile riconoscibile: nacquero i primi gruppi di rock psichedelico come Grateful Dead, Charlatans, Jefferson Airplane, Byrds, The Doors e a New York si stavano formando i Velvet Underground (che avevano come manager niente meno che Andy Warhobb3