Il cammino di Santiago in Taxi Vol. 3 – Brunori SAS

Sentendo Arrivederci Tristezza, primo brano de Il cammino di Santiago in Taxi Vol. 3, potremmo pensare che il nuovo album di Brunori SAS sia di nuovo il classico album cantautoriale, minimale e pieno di intime ballate.

Ma subito dopo la splendida apertura ecco arrivare Mambo reazionario, dove inaspettatamente il cantautore ci fa ballare e prendendo in giro un’epoca dove si mette insieme tutto e il suo contrario (“E la rivoluzione | Che Guevara e Pinochet | adesso ballano felici sulle basi di Beyoncè”).

Tanto ritmo e tanto spirito si quietano subito per Kurt Cobain, primo singolo, che affronta una tematica così difficile in maniera perfetta grazie ai grandi nomi (“Chiedilo a Marilyn quanto l’apparenza inganna | e quanto ci si può sentire soli | e non provare più niente | e non avere più niente | da dire”).

Le quattro volte, dall’omonimo film di Michelangelo Frammartino, regista di origine calabrese, racconta una storia o meglio le stagioni della vita, con la semplicità e il piacere che Brunori sa unire così bene. Il santo morto che parte da Padre Pio fino a prendere in giro i nostri giorni, dall’idolatria delle reliquie a quelle più folli e pagane, facendo poi cantare a Giordano Bruno e Giovanna D’Arco “C’mon baby light my fire”, è un altro pezzo pieno di vita, ironia ed energia, concluso da Il manto corto, coda strumentale a base di sax, elettronica e delirio.

Maddalena e Madonna è una perla da apprezzare, parole e musica si incastonano perfettamente: “e c’erano dieci vagoni, duemila terroni al binario 3 | valigie e borsoni e dal finestrino lo sguardo più triste che c’è | gente del sud stipata sui treni | sorrisi e canzoni e la voglia di andare ancora”. Importantissimo è poi il lavoro svolto dal direttore artistico Taketo Gohara e dalla band nell’arrangiare il brano.

Nessuno è una confessione di vanità, uno specchio sui comportamenti mondani di un artista. Sincera e scorrevole, le atmosfere cupe e quasi floydiane rendono il pezzo riuscitissimo. Pornoromanzo invece tratta il delitto d’amore (già, non aspettatevi di trovar canzoni allegre, per fortuna), ispirata a “Lolita” di Nabokov (che l’autore ammette di non aver mai letto), la relazione tra una ragazzina ed un professore che finisce male a differenza della canzone, la canzone invece è sottile ed acuta (“le stelle sono tante | milioni di milioni | non rompere i coglioni | e levati i pantaloni che devi fare l’amore | lo devi fare con me”).

La vigilia di natale è una chicca. Le feste che mangiano e uccidono con la loro mortalità, tanto che vien voglia di scappare per poi fermarsi perché “il peggio è passato ad un passo da qui”. Disillusione pura e un po’ di semplice, banale e stupenda poesia.

Sol come sono sol (registrata in presa diretta) è la storia di un uomo abbandonato sull’altare, suona genuina e chiude un circolo con la sua tristezza così lontana e così vera.

Brunori con il suo Vol. 3 tocca probabilmente il punto artistico più alto della carriera, alterna brani energici e strumentali alle ballate da piano più intime (si è affezionato parecchio allo strumento poiché con la chitarra “so già dove vado a parare, non mi stupisce più”).

Il risultato è ottimo, si sente il cuore e la maturità, il sogno e la disillusione, il carattere nazional-popolare necessario ma reso più raffinato, equilibrato, all’insegna di una nuova armonia che rende Il cammino di Santiago in Taxi un gran disco. Ebbravo Dario!

Se volete dare una rispolverata a Vol. 2 ecco qui, inoltre trovate le due interviste che Brunori SAS ci ha gentilmente rilasciato dopo il primo e secondo album.