Per anni ed anni si è scritto e si è sottolineato quanto potesse essere difficile trasporre cinematograficamente Il Condominio, il celebre romanzo distopico scritto nel 1975 da J.G. Ballard. Ben Wheatley non si è limitato a provarci: si è impegnato, si è applicato, si è concentrato a tal punto da colpire nel segno.
Il dottor Robert Laing (Tom Hiddleston), noto accademico britannico, si trasferisce in un condominio di ultima generazione fuori Londra: si tratta di una vera e propria città verticale, un palazzo che non ospita solamente appartamenti, ma anche palestre, piscine, un asilo e un supermercato, oltre che alla più variegata fauna di esseri umani. Sarà un comunissimo blackout a mettere in crisi la normalità della vita condotta dai condomini, lasciando che la loro vera indole animalesca e violenta – abbia il sopravvento.
High-Rise è la realistica metafora della società odierna, in cui sono la violenza e la sete di potere a farla da padroni. Seguendo alla lettera la teoria evoluzionista, i condomini, una volta persa la loro umanità, rispondono esclusivamente ai richiami primordiali: cibo, sesso e desiderio di prevalere su chi si considera il nemico, chiunque esso sia: uomo o donna, povero o ricco, progettista del grattacielo o cassiera del supermercato.
Wheatley confeziona un film eccentrico, ma allo stesso tempo elegante, supportato da una regia incalzante e incisiva che spesso si focalizza sui dettagli con il preciso intento di immortalare con repentina immediatezza l’essenza dei personaggi e del loro essere. Come se ciò non bastasse, a rendere ancora più incisivo il processo di caratterizzazione dei personaggi interviene un cast stellare (Jeremy Irons, Sienna Miller, Elisabeth Moss) capeggiato da Tom Hiddleston e Luke Evans, assolutamente sopra le righe.
Ad impreziosire l’opera di Wheatley sono i chiari riferimenti al cinema di Kubrick, tanto nell’uso dei colori, quanto nel prolungato sfoggio della violenza gratuita, quasi fastidiosa (percezione insolita e affatto scontata per il pubblico odierno). Ambientazioni surreali, ralenty e danze oniriche la magnetica e conturbante danza del protagonista ne è un esempio contribuiscono a sottolineare la ricercatezza di un film anticonvenzionale da non sottovalutare.
L’anomalo film di Wheatley gioca con lo spettatore, lo disorienta: lo opprime con la pomposa ridondanza stilistica per poi paralizzarlo, spogliarlo e disarmarlo con il vuoto e la sterilità della violenza e degli atti scabrosi. Nulla è scontato in High-Rise, neppure il giudizio di chi osserva.