Sono sei, ma il nome è solo uno: The Please. Originari di Cassano d'Adda, con gusti musicali anglofoni e nessun apparente segreto se non quello di suonare la musica che più li rappresenta, come il migliore abito da indossare. Definirli con un solo aggettivo sarebbe troppo riduttivo e forse modernamente banale. Sono eclettici, versatili, creativi.
L'ensemble lombardo, animato da sounds diversi, ma di sicuro influenzato dagli intramontabili R.E.M., Fleet Foxes, John Lennon, Neil Joung, Johnny Cash, è sulla scena dal 2006, con quattro dischi all’attivo e partecipazioni a progetti musicali e teatrali, come il riadattamento di una favola ecologista di Tiziano Scarpa, cross-over tra teatro, danza e musica basata sul loro primo disco.
Ritornano, ora, ad entusiasmare con il nuovo album Here. Terzo LP e quarto album in studio, la nuova fatica dei The Please nasce sotto la giovane etichetta discografica italiana Maciste Dischi e grazie alla collaborazione di importanti nomi del sottobosco italico. Scritte da Mattia Airoldi, si tratta di undici canzoni che mescolano musica anni ’70’, colori tenui semiacustici e vortici elettrificati e che nei loro titoli celano contrasti come Even and Odd e Back and Forth, o richiamano luoghi geografici come Carnia e Cappadocia, o suggeriscono momenti più intimi di riflessione con se stessi come in Counterfort, Fig Song, Share the fear, Seagull, I.D., Here, Keep the light.
“Here” non è un'opera filologica di riscoperta di una corrente piuttosto che un'altra, ma la voglia di riascoltare quelle sonorità e farsi influenzare per mischiarle ad altre cose e creare quello che più l’identifica – come ha spiegato lo stesso cantante Mattia Airoldi , «è dunque un inno alla convivialità, all'apertura verso l'esterno e verso gli altri , ambientato in un qui che non è spaziale o temporale, ma mentale ed interiore e ci segue ovunque riusciamo a vivere bene con noi stessi.»
Che cosa può essere Even and Odd se non il pari e dispari dell'esistenza, il bilancio di ogni giorno, come i numeri, come le targhe delle automobili, come i dadi fortunati o sfortunati che la sorte tira nella nostra quotidianità. Non un semplice refrain, ma un tassello di vita personale e collettiva. Sei corpi in un disco dalle tre anime folk, rock e psichedelica, così i The Please strizzano l'occhio al mondo ed offrono il messaggio autentico ed immediato che bisogna sempre accettarsi per come si è ed essere sempre aperti, senza lasciarsi abbattere dall'imprevisto.