Basia Bulat non è certo quel che si potrebbe definire un'esordiente o una outsiders del mondo della musica. Infatti la cantante canadese di origine polacca è giunta con questo Good Advice (edito da Secret City Records e distribuito da Audioglobe) al suo quarto album e non pare scontato affermare che con questa produzione Basia abbia raggiunto la piena maturità.
Un disco, quindi, pienamente riuscito anche grazie alla produzione di Jim James, membro dei My Morning Jacket ed in grado di tessere un'architettura sonica robustissima, imperniata su un uso sapiente dei fiati, non soltanto nella classica variante northern soul, ma anche con derive pop che non lasciano l'ascoltatore indifferente.
La prima traccia, la quasi onomatopeica La la lie , nella quale si assommano praticamente tutte le caratteristiche di questo LP: una vena squisitamente pop che non decade mai in soluzioni scontante, una voce cristallina, perfetta e riconoscibile in mezzo a tante star&starlette da talent-show e un andamento tipico dei migliori anni Sessanta che non ti lasciano mai stare, neppure in bagno, e ti costringono a ballare. Anche la canzone successiva, Long Goodbye si segnala per soluzioni di grande classe, a livello di produzione e di composizione, da James e magnificamente interpretate da Basia Bulat.
Registrato presso la casa dello stesso Jim James, il disco racconta anche una storia d'amicizia: infatti il membro dei My Morning Jacket si sono conosciuti per la prima volta all'Austin City Limits Festival e poi, essendosi subito capiti e piaciuti, hanno condiviso un lungo tour nel 2013.
Forse la canzone migliore, quella più compiutamente cesellata, è la settima, Infamous in cui la voce di Basia si esprime con tutta la grazia e la potenza di una star della musica internazionale. Come, in fondo, è la stessa Bulat, la quale, nel corso degli anni di carriera, ha diviso il palco con artisti del calibro di Arcade Fire, The National, Nick Cave, St. Vincent ed anche i Beirut.
Segnatevi questo nome: Basia potrebbe essere la cantante del 2016.