L’ 11 e il 12 marzo, in tutti i cinema italiani, ha avuto luogo la speciale serata a tema Ghost in the Shell Night, in cui la NexoDigital ha proiettato in un’unica notte il classico d’animazione rimasterizzato ed il suo sequel Innocence. Di seguito vi proponiamo le recensioni dei due film.
Ghost in the Shell – Mamoru Oshii
Cosa è umano? Cosa è reale? Dove inizia la vita? Questi sono i dubbi che permeano Ghost in the Shell, capolavoro d’ animazione del regista Mamoru Oshii, riproposto recentemente in una serata a tema. Profetico e visionario, filosofico e inquietante, questo film è considerato la pietra miliare del genere cyber-punk. Insieme al manga da cui è tratto ha dato vita ad un vero e proprio universo (abbreviato in GITS dagli appassionati) fatto di romanzi, sequel, serie tv e videogiochi.
Ambientato nel 2029, in un mondo dove il confine tra uomo e macchina è sempre più labile, il film narra la storia di Motoko Kusanagi. Motoko è una cyborg umanoide che lavora per la Sezione 9 della polizia, specializzata in crimini informatici. Il suo compito è arrestare il misterioso hacker chiamato Burattinaio, che può manipolare le menti degli uomini connesse alla rete. Tra inseguimenti mozzafiato, violente sparatorie e dubbi esistenziali, la storia si snoda veloce fino a un epico finale. Nella versione rimasterizzata appena riproposta troviamo anche effetti 3D che però risultano superflui e a tratti fastidiosi, che faranno storcere il naso ai tanti amanti dell’ originale.
Uscito nel lontano 1995, questo capolavoro d’animazione sembra anticipare di 20 anni temi che oggi sono attualissimi, come la diffusione di internet, le nanotecnologie e il cyber-crimine. Tanti elementi sono diventati culto, come il connettore neurale posto sulla nuca dei personaggi (che ritroviamo in Matrix) o le dita meccaniche che si aprono per pigiare più velocemente i tasti. Se vent’anni fa questo film poteva sembrare fantascienza, oggi sembra il ritratto di un futuro probabile e vicino. Nel giro di altri vent’anni potremmo somigliare a Motoko anche noi.
Gost in the Shell: Innocence – Mamoru Oshii
Ghost in the Shell Innocence si svolge tre anni dopo la fine del primo film, e vi ritroviamo come protagonista Bato, l’ex compagno di squadra di Matoko, sempre al servizio della Squadra 9. Ancora alla ricerca della sua compagna perduta, viene coinvolto in una torbida indagine sulle Ginoidi, androidi dalle fattezze femminili create per il piacere sessuale. Alcune di queste hanno incominciano a massacrare i loro proprietari senza un motivo apparente.
Tra le morti c’è però un filo conduttore che conduce ad una verità scomoda. Le indagini si sviluppano tra scontri con la malavita e ricerche nel cyberspazio più oscuro. Durante tutto il film si avverte la velata presenza di Makoto che guida e protegge Bato e il suo compagno dalle insidie della rete. La verità che scopriranno sarà squallida e crudele come solo gli uomini possono essere.
Per molti aspetti questo sequel non è all’altezza dell’originale: lo svolgimento della trama è lento, la sceneggiatura è a tratti poco chiara. Il protagonista maschile non ha poi il carisma della bella e tormentata Makoto, che qui rivediamo nel viso di ogni ginoide assassina. Ma soprattutto manca quell’atmosfera tra il filosofico e il visionario che ha fatto di Ghost in the Shell un classico del cinema d’animazione.