Forever Love – Shiao Li-shiou, Kitamura Toyoharu
Inserito nella Taiwan tra il 1969 e il 1981, il film di Shiao Li-shiou è ambientato nell’industria (povera ed artigianale) dei film in dialetto locale, successivamente soppiantati dalle produzioni industriali cinesi in mandarino.
Una storia metacinematografica ricca di ironica nostalgia per un periodo folle e sicuramente sopra le righe, fondato sull’improvvisazione, sulla forza delle idee e sulla libertà assoluta dell’immaginazione. La vicenda segue le avventure dello sceneggiatore Liu (Blue Lan), un lavoratore infaticabile in grado di concentrarsi su molti racconti insieme, spesso mescolandoli inconsapevolmente: è così che in una storia strappalacrime può comparire, per caso, un godzilla! Preso dalla classica crisi d’ispirazione riesce a conquistarsi il suo pezzo di gloria all’interno del mondo produttivo, a spese della sbruffona star del momento, Wan (Edison Wang).
Tra la messa in scena di aspiranti attricette e problemi realizzativi di ogni sorta, il film si muove sui toni della farsa con contagiosa giocosità che diventa perfetto omaggio al cinema, a un’età d’oro e al popolo che gli si stringeva attorno, riconoscendosi e trovando momenti di leggero conforto.
La regia è briosa, capace di tocchi surreali che dettano il ritmo, e i protagonisti sono tutti espressivi. La sceneggiatura ripercorre diversi anni fino a far convergere due piani temporali: i protagonisti, ormai invecchiati, si ritrovano forse solo per un attimo solo? a riconoscersi proprio grazie alla memoria fondata sulle immagini della vecchia sala cinematografica che pesca tra i ricordi del cuore bypassando la mente.
Un bellissimo elogio al sogno e al diario dei sentimenti, collettivo e individuale, che riesce a travalicare lo schermo e a comunicare la bellezza del conoscere le proprie radici. Sui titoli di coda scorrono, qui veramente necessarie e godibili, le immagini d’archivio di alcune produzioni reali dell’epoca.