Era d'estate falcone e borsellino

Era d’estate – Fiorella Infascelli

Nell'estate del 1985, Falcone e Borsellino furono prelevati di forza dalle loro abitazioni a Palermo, insieme alla loro famiglia, per vivere per qualche mese in ritiro forzato sull'isola di Asinara, al riparo da minacce di attentati ai loro danni. Isolati dalla comunità locale e guardati a vista da Carabinieri e guardie carcerarie, le due famiglie condivideranno le proprie debolezze, le proprie paure e le proprie speranze, in vista del Maxiprocesso che cambierà la storia della lotta alla Mafia, fino alla loro dolorosa scomparsa dei due giudici, avvenuta nel corso del 1992.

Giovani Falcone, Paolo Borsellino. Due eroi nazionali, due storie di valore, un unico grande sacrificio per il bene del paese. Negli anni bui delle Repubbliche italiane sono pochi gli uomini che si ricordano con onore ed orgoglio nazionale. E Falcone e Borsellino sono due di questi, immortalati da un'immagine in bianco e nero, passata alla storia, in cui Falcone sembra bisbigliare qualcosa all'orecchio di Borsellino, rivelando una grande sintonia e complicità.

Ed è proprio attorno a questo legame che ruota il film, raccontando un episodio della loro storia, mescolando fatti e immaginazione. Fiorella Infascelli, regista senza grandi titoli da ricordare, ci porta sull'isola Asinara per raccontare un tempo sospeso, una lunga attesa, un preludio di morte che ha costretto i due giudici e le loro famiglie ad una vacanza coatta. In quest’isola di pace apparente, protetta da polizia e guardie carcerarie, si è consumato il breve racconto di due famiglie normali, segnate al tempo stesso da immenso orgoglio e profondo dolore.

Era d'estate celebra, con abbondante banalità, la valorosa passione dei due eroi, instancabili e determinati, pronti a sacrificare la vita e la serenità familiare per nobile imperativo di giustizia. Si ammira la loro storia, la loro tenacia, la loro ordinaria e straordinaria semplicità ma non il film. Più affine alla televisione che al cinema, Era d'estate rivela un palese intento educativo. Fin dall'inizio ne si intuisce la volontà dimostrativa che si realizza in dialoghi didascalici e morali facilitate.

Falcone e Borsellino erano amici e al tempo stesso eroi, con una grande missione da svolgere, pronti a sacrificare se stessi e a mettere alla prova le loro famiglie, unite e alleate nella fatica quotidiana. Nei dialoghi tra i giudici risuona l'umana debolezza e il senso di smarrimento che li ha accompagnati in molti dei loro difficili giorni. Ma tutto questo sarebbe stato bello sentirlo evocare, lasciandolo emergere dai silenzi di una natura incontaminata o dai loro sguardi carichi di intensità. Ma purtroppo ci viene cucinato davanti agli occhi.

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