El Clan – Pablo Trapero
Lo sceneggiatore e regista argentino Pablo Trapero presenta il suo nuovo film El Clan in Concorso alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia, caratterizzato, come gli altri precedenti lavori, da un marcato impegno sociale.
La storia è ambientata nel 1983, all'indomani della feroce dittatura militare imposta dal generale Videla. Del Clan del titolo fanno parte un pugno di politici operanti nel ramo della sicurezza del governo argentino, il cui capo è Arquìmedes Puccio. Questi è un padre di famiglia affettuoso ma severo il quale, per ovviare alla mancanza di fondi economici e contrario all'introduzione della nuova democrazia in Argentina, rapisce persone economicamente agiate, per poi chiedere un ingente riscatto ai familiari ed uccidere l’ostaggio. Il figlio Alex collabora silenziosamente ai crimini, ma quando trova l'amore inizia a riflettere sull'attività del padre e i piani inizieranno ad incrinarsi.
Tratto da una storia vera, El Clan racconta una vicenda scioccante con coraggio e assoluta imparzialità: non traspare alcun tipo di moralismo o giudizio dalla doppia vita di Arquìmedes e dalle sofferenze delle persone legate e imbavagliate nella cantina della famiglia Puccio. Questo perché lo sceneggiatore e montatore Trapero sa dosare i tempi delle sequenze senza dilungamenti. Dal punto di vista registico, lo stesso Trapero fa un egregio uso del piano sequenza per inscenare la violenza (imparando bene da Scorsese) e compie un raffinato lavoro di tecniche contrapposte: ad esempio, la riduzione della profondità di campo lasciando sfocato ciò che non è in primo piano; una colonna sonora country-pop che fa da sfondo alle scene di rapimento o di violenza (espediente pulp usato anche da cineasti come Tarantino o Ritchie); ancora, un montaggio alternato tra una sequenza di sesso e una di tortura. Queste contrapposizioni tecniche si riflettono artisticamente nella controversa figura di Arquìmedes, che sostiene di essere costretto a commettere quei crimini per proteggere la sua famiglia da una minaccia; si tratteggia quindi l'immagine di un padre che vuole bene alla propria famiglia fino a fare del male ad altri, ma questo è solo il punto di vista di Arquìmedes stesso.
Unico neo di una pellicola davvero interessante è il citato fattore pulp: il contrasto tra canzoni dal mood positivo e scene visivamente crude è forse più adatto a film maggiormente votati all'intrattenimento, ma in questa sede rischiano di velare il tono di denuncia sociale di cui El Clan è pregno. Tuttavia ciò non impedisce a Trapero di meritare i sentiti applausi avuti a fine proiezione.