Ormai è risaputo: il Piemonte è la regione più prolifica d'Italia per quanto riguarda la musica alternativa, e Torino è forse la città-simbolo di questa fertilità sonora. Tra le varie band che hanno contribuito alla scena di quest'area ci sono gli Arsenico, quartetto alternative rock nato nel 1996, che ha all'attivo una demo e quattro album. L'ultimo, uscito lo scorso 14 febbraio 2012, si intitola È questo che siamo: dieci tracce che si ispirano direttamente al sound tipico dell'underground torinese, caratterizzate da un hard rock melodico sporcato da tonalità grunge e noise.
Le linee vocali e melodiche accompagnano alla perfezione il sentimento che emerge dai testi dei brani: una sorta di male di vivere che però non si rassegna a questo presente instabile, la consapevolezza degli odierni tempi bui ma anche il desiderio di reagire. Insomma, si tratta più di rabbia che di disperazione, quasi a volersi porre come portavoce di quello stato d'animo piuttosto diffuso tra i giovani d'oggi, soffocati in un futuro che non si sa se esista ma nel quale tuttavia non si vuole smettere di credere: non a caso, a prevalere è l'urlato, rispetto al cantato. Emblematici in questo senso sono i versi di Tutto il resto, ottava traccia dell'album: sento che non finirà, sono libero, libero, solo per questo istante, libero.
A seguito di queste considerazioni risulta allora chiaro quanto la scelta del primo singolo non sia stata casuale: La rivoluzione, un vero e proprio invito a non smettere di lottare, nonostante la sterilità di un presente che non da più spazio a speranze e promesse. Gli Arsenico non vogliono mentire, e nel ritornello dichiarano apertamente che sembra impossibile dare un colore al futuro per quello che lascia vedere, ma nonostante ciò incitano l'ascoltatore reiterando un non fermarti, sei la rivoluzione. Da questo brano è stato anche ricavato un video, realizzato grazie all'apporto di centinaia di fan. Un succedersi di volti e situazioni, a dichiarare che qualsivoglia evento particolare o vessazione della nostra quotidianità non è la rivoluzione, ma è comunque qualcosa per cui o contro cui lottare: da smettere di fumare ai tirocini gratis, dalle domeniche nei centri commerciali all’andare via dall'Italia, dal proprio cane al silenzio.
Insomma, un buon prodotto, dai contenuti profondi, anche se forse musicalmente manca di quel qualcosa in più che permetta agli Arsenico di emergere rispetto alla miriade di band simili che affollano la scena alternativa italiana: il loro sound è infatti facilmente riconducibile a quello di Linea 77, Verdena, Ministri e Teatro degli Orrori. Per gli amanti del genere.