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Disagiami – Gli Ebrei

Una delle sensazioni più belle è aprire la posta e trovare in anteprima un disco da recensire che esce ufficialmente il mese successivo, compete la voglia di vantarsi con tutti, di condividere queste tracce con gli altri, ma allo stesso tempo bisogna tirare il freno a mano, non sbottonarsi mai troppo e non esprimere pareri troppo affrettati. Tanto che è arrivato il mese della sua uscita ufficiale! La fama dei poveri, qualcuno direbbe, ma la sensazione di assaporare per primi le tracce di una band, che ti piace anche, è sempre un piacere, e alzi il volume nelle cuffie per gustarlo al meglio.
Tac.
Play.

Disagiami è il secondo EP de’ Gli Ebrei, uscito per Tannen Records. Stessa ricetta di “2010”(primo EP, ndr), brani intensi e brevi e più riflessivi. Eccoli tornati nella loro migliore forma, con la rabbia condensata, la frustrazione, il grido di chi non ce la fa più ma allo stesso tempo non molla, ha coraggio. La voglia di cambiamento espresso in 6 tracce, inni rivoluzionari di quattro ragazzi provenienti dalla provincia, da Fano: Matteo, Alessandro, Andrea e Tommaso. Tracce che affondano la lama tagliente e fugace di chi li ascolta e ha le dita incrociate di speranza, di chi vuole cercare la via d’uscita.

Il sipario si apre con la potenza strumentale di Opportunità, con il suono che si sporca e cambia tonalità nel finale, con la riconferma della talentuosa cut up che tanto li contraddistingue, di fare delle loro canzoni delle istantanee e dei cortometraggi. Proseguendo, ecco l’omonimo brano che dà il nome all’EP, Disagiami, una sferzata di noise con un caratteristica pronuncia che incalza il leitmotiv della canzone e del suo significato. Strage di Pasqua, ha il sapore di anni ’60, una sonorità più morbida e pulita “stare con un’altra non è servito sai a capire che tu non sei per me”.
Il basso e la chitarra formano un connubio indissolubile a cui si uniscono i colpi secchi della batteria, con una svolta punk e graffiante anche nel testo di Scatola Nera sino ad azzerarli e far tacere le parole, per dar spazio alla vera essenza de Gli ebrei e alla loro carica sonora in Strumentale. Il tutto si chiude con I Miei Vicini, diventata la mia preferita, una ballata dal cuore pop, “non scappo via, quant’è banale andarsene da qui”, un giusto finale che chiude il cerchio.

Il disagio di vivere la contemporaneità e la realtà ci caratterizza tutti (chi più, chi meno), ma perché vogliamo sempre scappare? Bisogna essere solo consapevoli, e questo EP è la risposta, i tanti punti esclamativi che ci spingono a reagire, a parlare, e a dire finalmente la nostra… L’ultimo pensiero alla fine? Dura troppo poco, voglio 20 tracce ora e subito…o la ripetizione continua!
L’EP si può scaricare gratuitamente dal sito della Tannen Records, qui, con la sempre più usata formula del “Pay with a Tweet”.

Grazie


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