Il concerto che Dimartino ha portato alle Officine Corsare di Torino in un venerdì di pioggia poteva certo portare con sé delle aspettative ma pochi in sala si aspettavano di vedere uno spettacolo così potente ed emozionante.
Il cantautore siciliano, accompagnato sul palco dai suoi amici, compagni, nonché musicisti di alto livello, Angelo Trabace (tastiere) e Giusto Correnti (batteria), è infatti riuscito a portare in scena un'esibizione dal grande impatto sentimentale e musicale.
Abile ad accompagnarsi con il basso, strumento usato per la maggior parte dei pezzi, alternato con la chitarra elettrica o acustica, Dimartino è riuscito a sorprendere e trasportare tutti i presenti canzone dopo canzone, offrendo in più un'ottima performance vocale.
Dopo l'apertura della serata da parte del Circolo Lehmann, band di casa che propone alcuni nuovi brani dell'album in uscita a maggio, ecco l'arrivo del frontman con la sua band che incominciano a entusiasmare il pubblico, che andrà a crescere nel seguirsi dei primi pezzi.
L'apertura è lasciata a Ormai siamo troppo giovani, così, mentre corrono le biciclette dei ragazzi di 40 anni corre anche l'immaginazione dei giovani (davvero?) presenti in sala a cui da lì in poi verrà offerta un'altra dimensione in cui stare.
Neanche il tempo di respirare ed è già il tempo di un altro classico, Cartoline da Amsterdam, prima di sentire Come una guerra la primavera, primo singolo estratto dall'ultima fatica Un paese ci vuole, e Cambio idea, brano degli esordi.
Subito dopo Montagne, anch'esso nuovo brano, ecco arrivare Case Stregate, con un'esecuzione da brividi: parole taglienti arrivano dritte in faccia per poi scendere più in profondità, facendoci capire che in fondo è questa la grande forza di Dimartino: la capacità di emozionare.
Dopo aver posato il basso e ripreso la chitarra acustica è tempo di sentire altri due brani inediti I calendari, romantica e leggera, e L'Isola che c’è, uno dei vari e riusciti inni alla provincia proposti dall'artista nell'ultimo album. Seguono Poster di famiglia e La penultima cena, pronte a colpire frontalmente l'audience con una carica inaudita.
Niente da dichiarare, ultimo singolo pubblicato, emoziona con le sue parole politiche ed attuali, poi fuori i pezzi da novanta per il canto del pubblico con Maledetto autunno, Amore sociale, Cercasi anima e Venga il tuo regno.
Stanchi ma carichi Dimartino e gruppo propongono un altro estratto dall'ultimo disco come La vita nuova, poi Ho sparato a Vinicio Caposella, la sempre splendida Noi siamo gli alberi, e a richiesta la toccante Piangi Maria e Parto.
Giunti alla fine il pubblico non può che essere felice del livello dello spettacolo offerto. Dal lato musicale viene proposto un concerto carico di energia, sostenuto dalla grande potenza della batteria di Correnti e dalla brillante tecnica pianistica di Trabace, atti a finalizzare la performance del cantautore siciliano, capace di reggere una esibizione valida e vigorosa ma anche in grado di toccare nei momenti più intimi, mostrandoci ancora una volta come Dimartino sia una delle realtà più belle che è possibile ascoltare in giro per il nostro paese.
8 aprile 2016