#5: Attese
Dentro la Capoccia: racconti sul primo anno di vita nella Capitale
Se c’è una cosa che mi ha sempre affascinato è vedere come cambiano le persone quando sono sotto pressione. Tipo agli esami, avete presente? Ci sono quelli che si bloccano, piangono e invocano la mamma e quelli che fioriscono più potenti che mai, come i nuotatori che fanno leva sulle spalle per uscire dalla piscina. Si potrebbe pensare che, sotto pressione, venga fuori il meglio di sé ma non credo sia così, cioè: secondo me è proprio l’essenza stessa di ogni persona che viene fuori. È come una pressa che schiaccia un pomodoro: più la pressione aumenta, più la buccia si svilisce, quasi a diventare invisibile, facendo spazio alla polpa di ognuno di noi.
Perché dico questo? Ve lo spiego subito.
Sono di nuovo nell’atrio del palazzo della Sapienza con i miei futuri colleghi (maschi e femmine) ad aspettare la professoressa da una buona mezz’ora. Silenzio di tomba: i più banali si rifugiano dietro gli schermi dei telefonini, uno di loro è venuto da Modena con le stampelle, un paio di ragazze sono decisamente tirate a lucido (che Dio le benedica) e non vola veramente una mosca. Più che un atrio, pare un ascensore.
Decido di mandare un SMS:
Ciao Gigante, sono alla prima lezione di un master all’università… nessuno si conosce: stiamo tutti con le spalle al muro e le gambe incrociate…
Il gigante in questione è un giovane palestrato che conosco da tantissimo tempo che studia Psicologia Criminale e Forense a Torino e che, per intelligenza e dedizione, è destinato a diventare – ne sono certo – una delle massime autorità in materia, non dico del mondo ma almeno tra le mie conoscenze sicuro. Abbiamo conversato N-mila volte sulle espressioni del linguaggio del corpo, i libri, Lie to me, The Mentalist et similia.
Mi risponde così (dopo 5 minuti, alle 9:20 di venerdì mattina):
Spalle al muro indica timore di un attacco alle spalle (eredità tramandata dai nostri progenitori) che si accompagna a sguardo vigile e, più in generale, ad una attivazione del nostro sistema simpatico e parasimpatico (che cazzo sarà, boh! Ndr) per predisporci a un eventuale comportamento di lotta o fuga! Consiglio: dato che mente e corpo si influenzano a vicenda, respira più lentamente che puoi e accedi allo stadio ALPHA, avrai accesso alla creatività e farai la cosa giusta al momento giusto!
PS: Ho preso 30 a un esame su tutti i disturbi mentali. Mo che torno a casa mi madre mi fa una statua. Ma che dico una statua: LE FETTUCINE! 😀
Allora i miei occhi strabordano ancora di ammirazione per quest’uomo dai muscoli sporgenti e il cervello fino, quando mi ritrovo a fare due considerazioni:
1) Siamo alla prima lezione di un Master in apparecchiature informatiche e tecnologiche (che in teoria dovrebbe essere il massimo stadio di evoluzione dell’intelletto umano) e ci comportiamo esattamente come animali: in predisposizione esclusiva per il binomio LOTTA/FUGA.
2) Più che presumere, so che tra questa quindicina di persone ci saranno alcuni che mi saranno amici per anni, o per tutta la vita. So che alcuni di loro mi saranno simpatici come il momento in cui ti si rompe l’anello della scatoletta di tonno e cercherò di evitarli come la peste per tutto il tempo. Ma non posso distinguerli: a una prima occhiata si rassomigliano tutti; linguaggio del corpo o no.
E allora, che faccio?
Niente.
Respiro più lentamente che posso e aspetto di entrare in zona ALPHA: la creatività arriverà.
E speriamo pure ‘sta cazzo di professoressa.