Le donne ‘sovversive’ di Brecht
A Improvvisi Urbani i Cuori dannati di Teatro Potlach
Il palco è un drappo di velluto rosso a mo’ di fondale, un appendiabiti e pochi altri oggetti, fra cui una valigia. E in effetti è proprio il viaggio il tema che attraversa Improvvisi Urbani, la 22esima edizione del Festival internazionale del Teatro Urbano promosso dalla compagnia Abraxa Teatro e presentato all’interno del Giardino degli Aranci di Roma: una rassegna che, nell’impiegare lo spazio urbano come palcoscenico a cielo aperto vuole stimolare lo scambio e il confronto fra diverse culture e pratiche artistiche – sempre con un occhio di riguardo per le tematiche sociali che riguardano l’attualità – grazie alla partecipazione di compagnie teatrali provenienti da tutto il mondo.
Quello di Daniela Regnoli e Pino Di Buduo, in arte Teatro Potlach, è un viaggio a ritroso nella Germania degli anni ’30 ma soprattutto un viaggio atemporale nell’universo femminile. Così, in Cuori dannati, le ballate tratte dall’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht e accompagnate dalla musica di Kurt Weil sono il tramite attraverso cui scavare nella memoria di amori passati e nostalgici, nella sconsideratezza dei sentimenti e delle passioni, nelle illusioni e fragilità della donna e non solo.
Magnetica e sensuale, Daniela Regnoli squarcia il drappo rosso intonando così il prologo di Die Dreigroschenoper dedicato al bandito Meckie Messer, e dando vita alla carrellata di personaggi ai margini, derelitti, inquieti che popolano l’opera di Brecht. Con voce calma e sicura, quasi come raccontasse una fiaba, l’attrice ora si rivolgerà al pubblico ora vestirà i panni di narratrice o personaggio alternando canto, danza e recitazione – rinunciando così a un completo mimetismo, come il teatro epico insegna – nonché italiano e tedesco, con un effetto di ulteriore straniamento.
Con grazia e leggerezza, Regnoli racconterà di Polly Peachum e del suo amore per Mackie Messer, o di una prostituta in una fragile confessione davanti al pubblico, e ancora di Jenny dei pirati, sguattera di un albergo di infimo rango desiderosa di rivalsa. Sono outsider, donne forti ma allo stesso tempo in preda all’irrazionalità dei sentimenti, lontane dai canoni borghesi che lo stesso Brecht si prefigurava di combattere. Un ritratto della donna che al giorno d’oggi non dovrebbe destare particolare clamore ma che pure appare ironicamente sovversivo rispetto alle direttive ministeriali del 2016, che con grande sconforto ripiegano la donna a un ruolo retrogrado, controllato dall’alto e rassicurante, nuovo angelo del focolare di stampo fascista, lo stesso che di lì a qualche anno avrebbe dilaniato il cuore dell’Europa.
Mescolando abilmente teatro di strada, cabaret e narrazione, con grande semplicità ed elementi essenziali Teatro Potlach porta avanti una poetica originale e genuina capace di rendere l’opera di Brecht accessibile a tutti, soprattutto a chi non conosce a fondo la sua opera. Cuori dannati è un viaggio negli anni ’30 che parla però a qualsiasi epoca, perché in fondo i destini, le passioni e le debolezze umane – come certo ben sapeva il grande drammaturgo tedesco –, che appartengano ai briganti come Mackie Messer, alle persone di origini più umili o ai grandi personaggi della storia elencati nell’ultima canzone di Re Salomone, sono più simili di quanto si creda. E senza tempo.
Ascolto consigliato
Giardino degli Aranci, Roma – 1 settembre 2016