Conversazioni – Schiaparelli and Prada: Impossible Conversations
Non potete immaginare lo stupore ma soprattutto lo sconforto quando ho visto accostate assieme la giacca di velluto nero con decori a volute in pelle, ispirate al periodo barocco, della Schiap con i pezzi della mitica collezione “Banana” di Prada. Insomma solo perché ci sono due ricciolini qua e là in entrambe non significa che siano la stessa cosa! Ma d’altronde gli americani sono fatti così, quando si mettono in testa una cosa non li schiodi dalle loro convinzioni, anche se vanno proprio fuori dal seminato!
Quei due furboni di Andrew Bolton e Harold Koda hanno tirato su una bella mostra al MET di New York mettendo vicine due icone incontrastate del panorama “Moda”: Elsa Schiaparelli e Miuccia Prada intitolata “Schiaparelli and Prada: impossibile conversations”. E in effetti mi chiedo pure io che cosa si potrebbero mai dire quelle due. Me le vedrei bene sedute composte in una di quelle antiche caffetterie di Milano, una porta un eccentrico cappello piumato ed una blusa decorata con ricami in oro, l’altra un semplice maglione grigio a V sopra una maglietta colorata, il vestiario direbbe già che non sono proprio fatte per essere BFF, di sicuro se ne starebbero apparentemente tranquille tirandosi addosso insulti a mezza bocca e occhiatacce furenti.
No ma seriamente che c’azzeccano assieme queste due radical chic della zip, del rosa shocking e delle ossessioni odiate trasformate in trend di stagione? Un punto in comune lo si trova nella passione di entrambe per l’arte e la collaborazione con artisti di alto calibro. Salvo poi sentire la Miuccia insorgere contro chi usa le collaborazioni per scopi superficiali ed utilitaristici. Cara sappiamo benissimo che sei un’individualista e non metteresti mai il tuo cognome vicino a quello di un qualsiasi artista anche se superiperfigo! La Schiap invece non si faceva alcun problema a dichiararle, soprattutto quella con Dalì, dalla quale nacque il mitico cappello a scarpa. Chi non lo vorrebbe indossare per una serata sobria ed informale?
Tornando alla mostra e alle banane, in effetti devo dire che al MET hanno fatto un grande lavorone cercando in tutti i modi di mettere vicini i vari pezzi delle collezioni basandosi su strani vagheggiamenti che ancora devo capire bene. Ok ci possono stare piume con piume, oro con oro, etnico con etnico, banane con barocco ma a sentire Miuccia nemmeno lei ne è davvero convinta: “siamo totalmente l’opposto. Io gliel’ho detto, ma a loro non importa”. Eh si sa gli americani capiscono tutto a modo loro. Infatti ne vogliamo parlare del look improponibile sfoggiato da Mark Jacobs al gran galà di inaugurazione? Una tutina trasparente di pizzo sotto la quale si intravedevano i boxer bianchi, «Era solo un po’ di pizzo nero», ha commentato lo stilista, si certo portatemi subito un secchio e dei panni inumiditi che tra poco vomito! Ma non voglio criticare De gustibus non disputandum est!
Un altro motivo in più per passare a fare un salto sono le installazioni firmate da un grande visionario del cinema, productor designer di Batman Begins, The Dark Knight e Public Enemies, Nathan Crowley. Insomma se per caso vi state trovando per le vie di New York ad emulare Carrie Bradshow dentro un paio di jeans Céline, una magliettina Oscar de la Renta e ai piedi delle irrinunciabili Manolo Blahnik, non potete perdere questa mostra che si è aperta il 10 maggio e durerà fino al 19 di agosto.