Tre ottantenni, Emiliano, Augustin e Benito, uniti dal quotidiano bar in cui giocano a domino, intraprendono un movimentato viaggio per soddisfare l'ultimo desiderio di Pedro, loro compagno di gioco. Per mantenere la promessa dovranno arrivare fino al museo della lontana cittadina messicana di Guanajuato, portando un vecchio tovagliolo di carta con i versi di una celeberrima canzone del famoso José Alfredo Jiménez, il miglior compositore messicano di musica ranchera di tutti i tempi, dedicata proprio a lui: Pedro. Il gruppo di vecchi amici manterrà questa promessa e nonostante tutto, i tre si troveranno a vivere una serie di avventure pittoresche e surreali che faranno ritrovare loro uno scopo nella vita, anche alla loro veneranda età.
Dal Messico, lontani anni luce da quello riproposto nei luoghi comuni cinematografici, arriva una divertente commedia per affermare che sogni e speranze non hanno età, sulla falsariga dell'acclamato Nebraska di Alexander Payne. Siamo on the road e l'ironia di questi simpatici e acciaccati vecchietti è l'arma in più di una sceneggiatura, opera dello stesso regista Jack Zagha Kababie, piena di dialoghi divertenti e irriverenti, lontani dal politicamente corretto e capace anche di far riflettere. Per ognuno dei protagonisti si trova il tempo di descrivere, con rapide sottolineature, il retroterra familiare che appare comune a quello degli anziani di ogni dove.
Il viaggio, visto come metafora di vita e come strumento di riscatto, magari non è la prima volta che viene trattato sul grande schermo, ma quello dei tre ottantenni verso un paese mistico viene raccontato come se a vederlo fosse lo sguardo puro di un bambino. La gioia vissuta dal trio è impagabile, è un regalo a coloro che affrontano le proprie difficoltà per un qualcosa di più grande: l’amicizia. Impagabili alcune scene, soprattutto quelle con i nostri alle prese con i bisogni e un fantomatico idealista alla prese con dialoghi surreali con vacche.