“Fammi un ritratto del sole” è una richiesta che potrebbe sembrarvi semplice, potrebbe sembrarvi una frase talmente semplice che forse solo un bimbo potrebbe riuscire nel modo più spontaneo a darvi una risposta disegnando. Carlot-ta che all'anagrafe è Carlotta Sillano, giovane cantautrice vercellese esordisce così con il suo primo album, prendendo in prestito titolo da un verso di Emily Dickinson.
Make Me a Picture of the Sun è anche il titolo dell'open track di questo primo lavoro (già insignito del prestigioso premio Targa Giovani Supersound 2011 del MEI come miglior album) sulla lunga distanza uscito per Anna the Granny sotto la produzione di Gianmaria Ciabattari (unePassante, Le formiche nell'orto) e arrangiamenti di Gianluca Cangemi.
Carlot-ta ci fa entrare nella sua dimora con grazia e spensieratezza, riuscendo ad “appendere svariati soli” alle pareti delle nostre orecchie con un hand-clapping di sottofondo trascinante. Il pianoforte è il suo strumento fin da bambina e lo si percepisce subito nella fluidità dell'esecuzione e nell'esuberanza che lo porta a essere lo strumento portante di tutto il lavoro. Non solo piano però, gli arrangiamenti sono solidi e mutevoli sia di archi, fiati e fisarmoniche oltre che glockenspiel e sintetizzatori.
Eclettica, sperimentatrice e capace di trovarsi a suo agio non solo con l'inglese ma anche con il francese come in Sable Mouvants dove il clima è dimesso, intimo e lineare, imperniato dalla sua ammirazione per la canzone francese d’autore. Tanta letteratura in questo album e dopo la poesia di Emily Dickinson, in Boy With Thee troviamo i sonetti di William Shakespeare cantati in inglese che riappropriano la sua voce di lucente positività e il songwriting scorrevole la amplifica.
I rimandi sono molteplici e Tori Amos è il primo nome che viene in mente, ma fortunatamente nemmeno l'unico poiché la ragazza si muove e si destreggia da un territorio all'altro prendendo ciò che c'è di meglio e facendolo suo. Fèroce et Ridicule (presa da Baudelaire) raffredda gli animi e ritorna sia in lingua francese, sia in un rapporto più personale di dialogo tra voce e pianoforte che si inseguono alternandosi in un percorso lambiccato di melodie.
Chill riguadagna estrosità, acquista synth e mentre in un frammento sembra di risentire dei Dresden Dolls meno teatrali nell'altra immediatamente dopo sembra di essere riportati in contesti beiruttiani dei quali Zach Condon sarebbe più che felice. Fila più che agevolmente tutto l'album anche con la distensiva 14th August, a Summer Storm e Bleedin’ (questa volta di William Blake), la più interessante musicalmente, in una direzione nettamente più esplorativa e avanguardistica.
A chiudere, la bonus track Pampleth che musicalmente è uguale a Boy With Thee ma con cantato in italiano; anche questa potrebbe essere una direzione futura ma meglio non precludersi limiti quando si può e soprattutto si riesce a spaziare da una lingua all'altra con disarmante sicurezza, osando con gran personalità.
Prendetevi una pausa, magari chiudete gli occhi e ascoltate.
carlot-ta – make me a picture of the sun by Carlot-ta