Burying the Ex – Joe Dante
Cosa fare quando i resti di una relazione sentimentale finita da poco non si riescono a seppellire del tutto? La presenza di una ex, in questi casi, può essere molto ingombrante, specie se si tratta di una vegana ambientalista resuscitata di fresco. In una Mostra decisamente seriosa e paludata, Burying the Ex, ultimo regalo di Joe Dante ai suoi fan, è giunto fuori concorso portando in laguna una sana ventata di ironia e leggerezza.
Abbandonato il 3D utilizzato nel precedente The Hole, il più cinefilo dei registi di horror americani, è tornato a uno stile semplice ed essenziale, simile a quello della sua produzione giovanile. Facendo di necessità virtù data la ristrettezza di risorse economiche, Dante ha tentato un’operazione molto simile a quella di Peter Bogdanovich con la commedia vintage in She’s Funny That Way, anch’essa a Venezia quest’anno. Se Bogdanovich tuttavia non ha convinto fino in fondo, ben più riuscito è sembrato il film di Joe Dante. Il ritmo è vivace dall’inizio alla fine, gli attori sono tutti perfetti per i rispettivi ruoli e le battute sono spesso irresistibili.
Certo non così innovativa nell’idea di partenza, la situazione comica della sceneggiatura di Alan Trezza ha permesso a Joe Dante di confezionare un film easy e disimpegnato, divertente e zeppo di citazioni cinefile dedicate alla storia del genere horror. Troppo spazio sarebbe necessario per elencarle tutte, e in fondo una buona parte del gioco in cui Joe Dante ci coinvolge consiste proprio nello scovare anche le più nascoste. Oltre a una straordinaria sequenza che omaggia il padre degli zombi George Romero, girata nel leggendario cimitero degli artisti di Los Angeles, l’Hollywood Forever Cemetery, per doveroso orgoglio patrio non possiamo non menzionare il maestro Mario Bava, evocato attraverso titoli di culto della sua filmografia come Terrore nello spazio e La frusta e il corpo. Tutto questo a riprova di quanto ancora ci sia bisogno di registi come Joe Dante, capaci di non prendersi troppo sul serio ma di prendere sul serio quello che fanno, e ancora in grado di produrre cinema per il puro gusto di farlo. Appassionato, sincero e non adulterato.