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Vol. 2 – Poveri Cristi – Brunori SAS –

Non basta dire o pensare cose sincere per sembrarlo realmente, spesso il risultato è finto ruffianismo che facilmente raccatta persone e consensi. Quindi, una volta verificata la genuinità e la disponibilità della persona (data da una semplice intervista concessami in quel di Asti in Ottobre), mi resi conto dal vivo di ciò, poiché la sensazione era di essere a bere del vino con un caro amico che non vedevo da tempo, appoggiati a un tavolaccio di legno, uno di quelli consumati e vissuti da storie raccontate dai clienti che passano di lì e parlano a ciclo continuo liberi dalle briglie dell'inibizione grazie a qualche bicchiere di più.

Dopo l'esordio del 2009 con Vol. 1 la squadra Brunori SAS ritorna con il presidente, giocatore e capitano Dario Brunori con il loro Vol. 2 – Poveri Cristi, 2 anni dopo, un po' il tempo che passa fra un Europeo (Premio Ciampi 2009 come miglior esordio, Targa Tenco 2010 sempre come miglior esordiente) e un Mondiale di calcio che sicuramente sarà proficuo.

Se nel primo volume il soggetto preponderante era “io” (ossia Dario Brunori portandoci in un viaggio personale più intimo) in Vol. 2 è in viaggio con lo sguardo sempre attento ma rivolto a persone comuni, mortali, che vivono, sbagliano, ci riprovano umilmente ma non sempre ci riescono ed alcuni perdono fiducia in se stessi.

Poveri Cristi rende bene l’idea e la capacità descrittiva di Dario, è fondamentale e reale per far crescere nella vostra mente le immagini fortemente evocative che i testi raccontano di queste persone che potreste conoscere anche voi, gente normale, gente umile, eroi quotidiani imperfetti.

Come per Vol. 1 il brano di apertura è a dir poco toccante, miseria e malinconia arrivano sotto forma di parole e musica agrodolce, toccando parti interne del vostro cuore che pochi sanno raggiungere. “Amore credimi nell'anno che verrà ci lasceremo indietro la miseria e la malinconia”. Speranze velleitarie, sensi di colpa, “Amore credimi il dolore passerà e brinderete alla mia assenza senza malinconia” e un finale inaspettato tanto quanto il perdono dell'ennesima bugia. Disincanto e leggerezza irrorano Io, Te e Firenze, atmosfera di ricordi amorosi sgualciti e felliniane pellicole, ma a Firenze. I fiati impreziosiscono, come nei film appunto, issando verso la spensieratezza anche la fine di un amore. “Ma stasera ho voglia di brindare ad un'altra storia d’amore per noi che non ci amiamo più”. Fatelo anche voi, potreste stare meglio.

Rosa è un imperterrito ritmo caldo e popolare dove viene fuori tutto il neo–urlatore che nella gola e nel cuore di Dario Brunori risiede e pure nella scuola di Rino Gaetano. Un po' come essere in una piazza di un paese, con non più di 2000 anime, un caldo secco e tutti a festeggiare. Ecco vorrei urlare nella furia folkeggiante “Rosa domani si sposa, vestita da sposa, non si sposa più con te” ma non posso!

Alternati i momenti gioiosi e spensierati a quelli più introspettivi e calmi, come non farvi venire un po' di pelle d’oca ascoltando Una Domenica Notte (già presente nella compilation La leva Cantautorale degli anni zero) dove nella vostra si materializzeranno le parole in cui vi ritroverete o in cui avreste voluto forse ritrovarvi. Fiati leggeri e archi dolci vi porteranno al semplice piacere di addormentarsi assieme a chi avreste voluto voi, quella domenica mattina.

Il duetto con Dente (Il Suo Sorriso) parte scarno con qualche “eh già!” di risposta da parte del fidentino scherzando coi monosillabi di un Vasco, non Brondi ma del Rossi. Eh già!

Si sente l'impronta di Dente nell'andamento della canzone: epilogo finale dei due amici musicisti, ma in due sono anche una bella coppia di intrattenitori e sani cabarettisti. Da pensarci uno spettacolo.

Mosca sarebbe stata perfettamente anche in Vol. 1 e Bruno Dove Sei pure, risultando particolarmente intima e privata all’autore cosentino, come una preghiera a chi non c’è più, che manca, che non tornerà ma che dall'alto un occhio sui cari lo dà sempre. “I nipoti stanno crescendo e ogni tanto mi chiedono di te, se dal cielo tu li stai guardando”.

Altra collaborazione è con Dimartino in Animal Colletti (con un titolo che porta subito alla mente la band americana degli Animal Collective) dove il Bennato più irruento viene fuori, a tratti. Dopo Tre Capelli Sul Comò l'album si conclude come volevamo Fra Milioni di Stelle ottimista come solo Dario è.

Il risultato dell'ennesima coproduzione con l'amico Matteo Zanobini è corposo, non ripetitivo, non un surrogato del Vol. 1 (rischio che si sarebbe potuto prospettare), attenzioni e predisposizioni alla scrittura evolute, arrangiamenti sostanziali che impreziosiscono le parole senza risultare stucchevoli e troppo pomposi, mantenendo lealtà d’intenti, genuinità e umiltà popolare. Sempre coadiuvato dagli ottimi musicisti che lo seguono da tempo come: Mirko Onofrio, Dario Della Rossa, Massimo Palermo insieme alla seconda voce, cori e percussioni di Simona Marrazzo.

Sareste tutti un po' più poveri d'animo a non ascoltarlo.
Verace.

Grazie


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