Eilis Lacey (Saoirse Ronan) è una ragazza irlandese che negli anni Cinquanta decide di emigrare in America, lasciando la sua famiglia per affrontare una difficile avventura in cui si troverà completamente sola fino a che, grazie a una storia d’amore, riuscirà a costruire una nuova vita negli Stati Uniti; ma il suo equilibrio è fragile e un ritorno imprevisto in Irlanda la metterà di fronte a una scelta importante fra due mondi, due vite opposte.
Brooklyn è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Colm Tóibín diretto da John Crawley, che si era fatto notare vincendo il premio come miglior regista per Boy A ai BAFTA del 2008. Con il suo nuovo film, grande successo di pubblico in Gran Bretagna, John Crawley si aggiudica il premio di Miglior film britannico ai BAFTA e ben tre nomination agli Oscar 2016, tra cui quella di Miglior film.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Il film vanta sicuramente alcuni pregi, fra cui una sceneggiatura elegante e ben costruita, merito dello scrittore inglese Nick Hornby, una cura formale che si sofferma sui dettagli di costumi e ambientazioni e soprattutto una grande interpretazione della protagonista, la giovane Saoirse Ronan (candidata come Miglior attrice protagonista agli Oscar) che deve interpretare un ruolo non facile, pieno di sfaccettature: un personaggio che non solo deve affrontare la difficoltà di lasciarsi il passato alle spalle per poter prendere in mano la propria vita, ma che deve anche raccontare il passaggio da ragazza inesperta del mondo a donna matura.
L'aspetto più debole del film invece è la regia, che risulta come studiata a tavolino: la storia nella mani di John Crowley ha un grande potenziale che può raggiungere un vasto pubblico, un melodramma in cui l'amore gioca un ruolo chiave, ma proprio la regia, piuttosto patinata e da manuale, non ha saputo giocare tutte le carte buone che aveva nel mazzo; infatti il fulcro del racconto è il contrasto che si crea fra passato e futuro, fra Irlanda e America, incarnato dalle due figure maschili di cui Eilis si innamora, da una parte Tony, ragazzo italoamericano timido e tenace, dall'altra Jim, irlandese nato e cresciuto nella stessa cittadina di Eilis; ma la tensione verso la scelta finale, momento in cui l’emozione dovrebbe toccare l’apice, viene rilasciata in modo quasi sbrigativo, come se l'attenzione per l'aspetto formale, così elegante e luccicante, sovrastasse il vero e proprio nucleo contenutistico.
Inoltre, accanto alla bravura di Saoirse Ronan, i suoi due pretendenti brillano meno: quello che delude non è tanto l’interpretazione dell’emergente Emory Cohen (Tony nel film), ma piuttosto l’aver sfruttato poco il talento di un attore come Domhnall Gleeson che interpreta Jim in modo semplice e privo di slanci particolari, di cui invece il giovane attore gingerhead si è dimostrato pienamente capace in film come Questione di tempo, Frank o nel recente The Revenant.
Insomma, il potenziale era tanto, ma all'atto pratico il risultato è un film confezionato elegantemente che ha sicuramente dalla sua una solida sceneggiatura, affiancata però da una regia non altrettanto brillante, un melodramma che intrattiene, ma non coinvolge fino in fondo e lascia la sensazione, soprattutto a chi consuma dosi massicce di cinema, che manchi una certa vitalità in più.