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Black Dog Barking – Airbourne

Dopo l’esordio con Runnin’ Wild (2007), e la successiva conferma con No Guts. No Glory (2010), la band australiana dei fratelli O’Keeffe torna in questi giorni nei negozi con la loro terza fatica discografica, Black Dog Barking.

Per chi non li conoscesse, gli Airbourne sono un quartetto australiano, attivo dal 2004, dedito ad un potente hard rock pesantemente influenzato dallo stile degli Ac/Dc.
Amatissimi dai fan di questi ultimi, che li considerano continuatori del sound della band dei fratelli Young, gli Airbourne, sono diventati in poco tempo famosi anche in tutta Europa, grazie all’energia dei loro brani e ad un’attitudine musicale che ha reso felici i nostalgici del caro vecchio hard rock, magari con poca originalità ma tantissima energia, fatto di riff potenti e ritornelli accattivanti.

Black Dog Barking è composto da dieci brani (tredici nella versione deluxe), prodotti da Brian Howes, all’insegna dell’ormai arcinoto hard rock che riesce a trasmettere un senso di sicurezza davvero coinvolgente.
Le sonorità tipiche della band australiana vengono riproposte, ma ai fan (e ai fan del rock “duro” anni ’80) questo importa poco; le canzoni del nuovo album puntano tutto sull’energia immediata che riescono a trasmettere, unita a ritornelli facili da ricordare e da urlare con le braccia alzate durante i loro live.
Album privo di cali di tensione e tenuto unito dal solito Joel O’Keeffe nel ruolo di mattatore con la sua ugola graffiante ed il suo cantato rabbioso e “sporco” e da assoli di chitarra taglienti come rasoi.

Analizzare brano per brano mi sembra riduttivo, in quanto questo è un disco che va ascoltato nella sua totalità; vorrei soffermarmi solo sui pezzi di maggior spessore.
Mi riferisco alla trascinante Ready to Rock, rifacimento dell’omonima canzone contenuta nell’EP del 2004 pubblicato solo in Australia, caratterizzato ora da un semplice quanto azzeccato coro da stadio, alla dirompente Live It Up, singolo che ha anticipato l’uscita del disco, un veloce rock’n’roll dotato di un intrigante fraseggio di chitarra iniziale ed alla conclusiva title-track che esalta le qualità di questa formazione mettendo in evidenza un pregevole riff di chitarra e l’avvolgente e pungente voce di O’Keefe.
Un tentativo di distaccarsi dai soliti cliché compositivi si nota nell’andamento più incisivo e leggermente orientato al metal di Hungry, la canzone più veloce del disco, che farà contenti tutti gli headbangers del pianeta.

Nel complesso Black Dog Barking si ascolta con piacere, i ritornelli e i riff di chitarra si stampano subito in testa e riescono a trasmettere una voglia matta di vederli dal vivo e scuotere la testa a tempo di musica.

Insomma, se adorate gli Ac/Dc e gli Airbourne, Black Dog Barking diventerà uno dei vostri dischi preferiti di questo 2013.

Grazie


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