Commedie americane incentrate sul tema del matrimonio sono una moltitudine. Il genere, il cosiddetto Wedding Movie, è stato negli anni sempre più inflazionato e, col crescere del numero di pellicole, la sua qualità è andata calando: a parte qualche eccezione (vedi Il matrimonio del mio migliore amico o Un matrimonio all’inglese) lo standard è ormai al livello di fiaschi come Prima o poi mi sposo con Jennifer Lopez o Un amore di testimone. Partendo da questo scenario, Big Wedding si trova di fronte ad una grande sfida: risollevare il genere o affossarlo definitivamente.
La trama è leggermente più complessa rispetto allo standard: Alejandro Griffin, il figlio adottativo di una coppia divorziata sta per sposarsi. La madre naturale, colombiana e ultracattolica, verrà in america per la cerimonia. Questa non sa però del divorzio dei Griffin, ai suoi occhi un peccato mortale. Per questa ragione il figlio cercherà di convincerli a fingersi una coppia per il weekend.
I produttori puntano su un cast di tutto rispetto, ricco di vecchie glorie (De Niro, Sarandon, Williams, Keaton) e di nuovi talenti (Barnes, Seyfrield, Heigbb3