Foto di scena ©Francesco Carbone

Before Break//1 – Balletto Civile | Michela Lucenti

C’è una comun denominatore che lega la vita degli appassionati di teatro di oggi a quella dei cercatori d’oro del XIX secolo: la ricerca. Se per i pionieri americani tutti gli sforzi erano indirizzati alla scoperta dell’oro, per gli amanti del teatro lo scopo è scovare lo spettacolo che vale la pena di vedere: come gli audaci avventurieri delle storie di Jack London seguono vie poco conosciute: teatri nascosti, angoli di città dimenticati; e quando sentono che hanno trovato il posto giusto si mettono al setaccio. Spesso trovano solo pietre, qualche volta invece la fortuna è dalla loro.

La XV edizione del Festival Attraversamenti Multipli ha regalato ai cercatori teatrali una piccola ma preziosa pepita d’oro: Before Break. Si tratta dell’ultimo lavoro del Balletto Civile, “collettivo nomade di performer” fondato nel 2003 dalla coreografa Michela Lucenti, sulla scia del precedente collettivo L’Impasto. Non è oro puro, ma materiale grezzo, ancora da raffinare: la pepita per essere fusa avrà bisogno di due anni di lavorazione.

I tre componenti dello spettacolo ne mostrano al pubblico la forma primordiale, che parte da un teatro concettuale completamente dissociato dalla realtà. Questo distacco è la prima rottura caratterizzata da un ambiente sonoro innescato da suoni elettrici (Maurizio Camilli). In questa dimensione la voce si svincola dalla logica del parlato per trasformarsi in un linguaggio ancestrale. E poi c’è il corpo. Unico e vero protagonista sulla scena. Perno sul quale ruota la struttura drammaturgica dello spettacolo.

Foto di scena ©Francesco Carbone

Ma non si tratta solamente di uno studio concettuale, privo di appigli. Com’è nello stile del Balletto Civile, nella struttura si innesta una profonda riflessione sulla società contemporanea. Sotto questa lente, improvvisamente i messaggi inviati dai danzatori si fanno chiari. Il pubblico inizia a individuare i protagonisti: una donna, un giovane e il vecchio. Prototipi della nostra società: i primi due sempre in lotta tra di loro, in continui movimenti di avvicinamento e allontanamento che rimandano a certe danze tribali in stile break dance. Il vecchio – collocato ai bordi della scena, messo in disparte – voce narrante della storia dell’umanità; carico di disillusioni e con un’unica certezza: quella di essere alla fine della propria esistenza. Il suo messaggio, appena sembra diventare la voce morale dello spettacolo, viene rotto dalla sua parte opposta: il giovane uomo che crede ancora nella ragione umana. Un pensiero positivista e progressista che crea l’ennesimo strappo con il vecchio mondo.

Foto di scena ©Francesco Carbone

Su questo gioco di rotture e nuove rinascite vive Before Break: un groviglio di materia ancora sotto forma molecolare, ma che già mostra la sua forza vitale.

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