Il film più affascinante e magico del Sundance, sbarca anche a Cannes (Un Certain Regard) e sconvolge il mondo. Con una semplicità disarmante. Camera d’Or, migliore opera prima, il premio più meritato di tutta la Croisette 2012. La storia di Hushpuppy, una bambina di sei anni che vive con il padre Wink nella comunità soprannominata Bathtub (vasca da bagno), su un delta del sud. Lui le deve insegnare tutto prima di scomparire. Lo farà prima che la terra vada verso l'(auto)distruzione. Mentre Hushpuppy insegna al mondo la bellezza di ogni cosa e la sua estrema fragilità.
La freschezza sorprendente di questo film insegna come basti molto poco per emozionarci ed emozionare, per restituire vita ad un sistema che soffre sempre di più. Lontananza e profondità continuamente espressa sull’acqua, flagranza di corpi che avanzano quasi immateriali, su un lembo di terra che può esistere e scomparire nello stesso medesimo momento. L’esistenza di questo movimento è la stessa del cercare vie nuove al cinema, ridargli un respiro che oramai non conosce più.
Si è quasi imbarazzati nel doverne scrivere ancora, solo perché non si vorrebbe mai rovinare l’emozione nel perdersi (inevitabile) in questo film, che è una vera e propria esperienza di visioni terribilmente espanse, quasi nude. Si tratta di un’opera che affresca un ritratto padre-figlia come pochi se ne sono visti negli ultimi anni, in modo così sincero e commovente che può risultare anche devastante, ed è solo la partenza di tutto, l’inizio del percorso in cui ogni spettatore dovrà iniziare un suo personalissimo viaggio. Beasts of the Southern Wild è magia pura e distillata, che crea un mondo tutto suo, ma ha il cuore pulsante della vita. Film impossibile, semplicemente straordinario.