Facciamo ordine e sgombriamo il campo da ogni possibile equivoco: l'attesa per questo scontro filmico era altissima, tra gli appassionati e non ma era anche evidente che qualcosa non andasse troppo bene fin da subito, al di là della vicenda relativa all'assegnazione della parte di Batman (e le polemiche suscitate dalla scelta di optare su Ben Affleck, cosa di cui parleremo in seguito): perché quell'assurda v nel titolo e non la classica vs che stava a significare l'abbreviazione di versus, contro, proprio come abbiamo apprezzato in quei magnifici manifesti degli incontri di boxe anni Cinquanta e Sessanta? E invece no, è rimasta soltanto la v e così al posto di un magnifico scontro tra due pugili, due pugili di razza, si è assistito ad una sorta di battibecco tra vecchi gallinacci. Proprio per non dare adito a fraintendimenti lo affermiamo subito: l'attesa non è stata ripagata.
Il regista, Zack Snyder, che dopo 300 e Watchmen (sempre opere in cui è stato, in minore o maggiore misura, guidato da altri) non ha azzeccato un solo film, toppa ancora una volta. Invece di mettere in scena lo scontro tra i due massimi protagonisti dell'immaginario DC Comics Snyder ha allestito una sorta di bignamino dei poteri dei due (l'uno fortissimo, l'altro ricchissimo, in soldoni) per poi inserire qua e là una serie di scene, francamente paradossali, in cui fantasmi del passato visitano i protagonisti, dandogli consigli e rincuorandoli.
Henry Cavill nei panni dell'Uomo d'Acciaio conferma quanto apprezzato durante lo scorso film: un bellissimo indossatore dal fisico invidiabile ma dall'espressività di una giovenca da latte. Per quanto riguarda Ben Affleck, qui nella veste di superpalestrato di borgata, ha interpretato forse il Bruce Wayne più tamarro della storia del cinema. Scordatevi le sottigliezze di Nolan con i dubbi lancinanti dell'Uomo Pipistrello: il Batman di Ben Affleck ha una consapevolezza massiccia quasi quanto la sua nuova armatura. Per quanto riguarda poi altre scelte, come ad esempio la selezione dell'antagonista, dove si è optato per l'usato sicuro con una virata alla necrofilia, sono apparse quasi tutte deludenti (i terroristi internazionali sono veramente a livello di una fiction italiana o spagnola).
Anche gli effetti speciali sono stati ben al di sotto degli standard: e dire che la redazione di Paper Street ha avuto la possibilità di visionare il film nella sala Energia del Cinema Arcadia di Melzo, ovvero la sala con lo schermo più grande al mondo e il migliore impianto sonoro sul pianeta. Eppure niente, astronavi che parevano evidentemente finte e combattimenti, seppur molto violenti (Batman spara con una media da gangster della malavita italiana anni Quaranta) lasciavano veramente il tempo che trovavano. Unica luce in questa alba della giustizia (titolo veramente interlocutorio) è Jesse Eisenberg che nei panni di un Lex Luthor capellone e psicopatico, con qualche venatura à la Mark Zuckerberg o dirigente di Google (il quartiere generale del supercattivo, dove fa ricerca, sembra davvero la sede di una grossa azienda tecnologica americana, con tanto di caramelle e campo di basket indoor), che ci dona una grande interpretazione. D'altronde sembra tradizione che i Lex Luthor siano sempre una spanna sopra gli altri (nello sfortunato Superman Returns Luthor era interpretato da Kevin Spacey).
Tuttavia, questo nuovo inizio della saga di Superman e di Batman o, per meglio dire, dell'intero universo DC pone pesanti interrogativi e non convince. Come già affermato all'inizio, invece di un incontro di boxe epico, una specie di rumble in the jungle per intenderci abbiamo dovuto assistere all'ennesima puntata di gladiatori d'America: con in più il fatto che, contrariamente ai film Marvel, ormai maestri nel rievocare le epoche passate e a inventare gingilli tecnologici, Batman V Superman era ambientato in una sorta di bolla del tempo contemporaneo, con la tecnologia di Batman talmente risibile che probabilmente Tony Stark non la userebbe neppure per regolare il termostato della doccia. Se dopo Nolan l'eredità era pesante, Snyder ne è rimasto completamente schiacciato, neppure fossimo in un pianeta lontano lontano, tipo Krypton, con una gravità diversa dalla nostra.