bad 25 michael jackson

Bad25 – Spike Lee

Uscito nel 1987 Bad di Michael Jackson è il primo disco con cinque singoli entrati direttamente al primo posto della classifica di Billboard. Basterebbe solo questo record per renderlo un disco importante nella storia della musica, ma se si pensa che il disco prima era Thriller, con più di cento milioni di copie vendute, allora si comincia a comprendere meglio quanto lavoro, sudore ci sia dietro questo album e soprattutto quanta grandezza. Quanto mestiere e quanta arte che meritano di essere ricordate e raccontate. Sono passati 25 anni, Michael Jackson non c’è più, ma la sua opera continua ad essere un punto di riferimento, sia per quelli che quegli anni gli hanno vissuti, sia per chi non era ancora nato, sia per chi fa musica, ma anche per chi fa cinema, come il caso di Spike Lee che ha colto l’occasione per realizzare il documentario Bad25, presentato fuori concorso a Venezia.

Raccontare un disco denso e completo come questo può sembrare abbastanza semplice, c’è già tutto al suo interno, basterebbe solo selezionare e montare il materiale e poi lasciare che il mistero che circonda la celebrità di Jackson faccia tutto il resto; allo stesso tempo questa apparente semplicità può essere l’ostacolo maggiore da aggirare, proprio perché si tratta di un disco che funziona perfettamente da sé si rischia di sfociare nella banalità, correndo il rischio di produrre un documentario per lo più inutile. Ostacolo che però Spike Lee ha brillantemente superato, agendo sul materiale con una forza centripeta, che dal contesto esterno, come la rivalità con Prince, l’esplosione in quegli anni dell’Hip-Hop, l’acquisto del catalogo dei Beatles, spinge verso il centro, andando a sezionare anche ogni più piccolo particolare tecnico, trattato sempre con estrema precisione riuscendo a rendere leggibile a tutti anche dettagli a volte difficili da capire per i non addetti ai lavori. Merito dei musicisti, dei tecnici, dei produttori che hanno saputo spiegarsi e raccontarsi calibrando il giusto la dose di umiltà, di professionalità, ma soprattutto di passione. Ma merito prima di tutto del regista che è riuscito declinare il tutto in un discorso che prosegue senza tempi morti riuscendo a catturare in pieno lo spirito della lavorazione di un album, di quell’album.

Terzo album prodotto insieme a Quincy Jones il disco si è presentato già all’uscita con al seguito un apparato videografico imponente. Michael, infatti, al posto dei normali videoclip aveva deciso di girare per i singoli dei veri e propri cortometraggi e tra i vari registi chiamati anche Martin Scorsese per il singolo, Bad. Spike Lee è stato bravo nel posizionarsi bene nei confronti di tutto questo materiale filmico preesistente, concedendo ad ogni regista il tempo giusto per illustrare il proprio lavoro con e per Michael, sempre in funzione dell’obiettivo finale del documentario, senza mai lasciare ai colleghi la possibilità di avere il sopravvento. Impreziosendo il tutto con materiali video inediti e un finale davvero emozionante tratto da un concerto del tour di Bad, il primo vero tour di Michael Jackson, che schierava ai cori anche una giovanissima Sheryl Crow, che sostituiva Siedah Garrett durante l’esecuzione di I just can’t stop living you.

Traccia per traccia Bad25 è un viaggio musicale di rara bellezza e intensità, che tutto aggiunge e nulla toglie all’album. Una lettera d’amore che non sbaglia mai l’intonazione e che a seguirne il ritmo lascia intravedere i riflessi di un artista che si specchia nella sua musica.

Ad accompagnare l’uscita del film il 18 Settembre verrà pubblicata un’edizione speciale intitolata Bad25, che conterrà 3 cd (un cd dell’album originale rimasterizzato, un cd contente materiale inedito registrato nello studio personale di Michael e un cd registrato dalla regia audio dello spettacolo del 16 Luglio 1988 a Wembley, il primo ed unico cd live di Michel Jackson), due libri e il dvd con il celebre concerto allo stadio di Wembley davanti al Principe Carlo e alla Principessa Diana.

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