Occhio alla TV! La settimana televisiva su Paper Street (Undicesima Puntata)
Siamo nel 2013, ma ombra di cambiamenti tv per ora non se ne vedono all’orizzonte. Come da accordi, riprendiamo il viaggio all’interno della grande famiglia dell’informazione italiana attraverso il format più longevo del tubo catodico: il Tg.
Ricapitolando: Tg1 conservatore e istituzionale, Tg2 conciliante e mai sopra le righe, lo avevamo definito come una mamma rassicurante che non riesce però ad attrarre un pubblico di seguacie fedeli telespettatori.
Opposto è il caso del saggio di famiglia in casa Rai, il Tg3, che con la sua rapida ma efficace edizione principale delle 19 catalizza uno zoccolo duro di aficionados che non necessariamente (al contrario di come si possa pensare) è rintracciabile nella solita nicchia di intellettuali che con piglio radical chic scelgono il Tg della terza rete per la tradizione, tal volta di palese faziosità e comunque appartenente all’area geopolitica della sinistra italiana.
Il Tg3 nacque in realtà in seguito alla madre delle riforme Rai, quella del 1975 che sancì, fra le altre cose, un sempre più doveroso pluralismo con la nascita di una terza rete e di conseguenza un nuovo Tg. Detrattori ed estimatori non possono che essere concordi nel riconoscere una preparazione e una tradizione di giornalismo d’inchiesta della squadra di redazione del Tg3 che non può che inorgoglire il servizio pubblico. Sandro Curzi fu uno dei padri fondatori dell’attuale Tg3 (è tutto detto), e da subito la sua statura professionale e la sua conoscenza del mezzo televisivo e del come veicolare l’informazione giornalistica in tv, dettarono la cifra stilistica che ancora oggi è riscontrabile nella testata che attualmente dirige Bianca Berlinguer. La politica interna è centrale, la cronaca e tutto ciò che la circonda è secondario, la capillarità e l’attenzione per il linguaggio della politica, per i meccanismi dei palazzi romani del potere sono bersaglio principale dei servizi della redazione a marchio Tg3.
Altra particolarità: il Direttore Bianca Berlinguer (come succede per il TgLa7 di Enrico Mentana) è la protagonista-conduttrice dell’edizione principale ovvero quella del preserale (19-20) ed anche questo elemento del Direttore-Star che va in video contribuisce a costruire un sensibilità identitaria, a volte troppo personalistica ma assolutamente funzionale per la riconoscibilità di un Tg e del suo dna.
Lo zio saggio dell’informazione italiana è senz’altro il Tg3.