Francis Ford Coppola
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Un uomo ripreso nella penombra. Quasi un’entità, qualcosa di soprannaturale. Il sudore luccica sulla sua testa glabra, intimidendo chi gli si pone davanti. È un ufficiale preda di una folle megalomania. Si chiama Walter E. Kurtz ed è interpretato dal più grande attore che sia mai esistito, Marlon Brando. Il film s’intitola Apocalypse Now ed è diretto da Francis Ford Coppola. Questa sequenza, una delle più grandi del cinema, è solo uno dei tanti momenti che hanno reso epico il cinema di questo regista figlio di immigrati lucani.
Il suo nome non ha bisogno di presentazioni: nomini Ford Coppola e istantaneamente ricorre nella mente il tema di Nino Rota composto per Il padrino, l’ascesa della famiglia Corleone (o Andolini) cominciata a New York nel 1901 e conclusasi tragicamente sulla scalinata del teatro Massimo di Palermo, con il sublime sottofondo musicale della Cavalleria rusticana di Mascagni. Rimane scolpito nella memoria quello che è uno dei più grandi monumenti al mestiere dell’attore, un’ipotetica corsa in cui ognuno degli interpreti taglia nel medesimo istante il traguardo.
Regista coraggioso, dedito all’arte fino allo sfinimento mentale e fisico, riesce ad essere anche un grande regista sperimentale, capace di esprimere il suo talento in vari generi; abile nel dirigere attori emergenti e sconosciuti in pellicole come I ragazzi della 56esima strada e Rusty il selvaggio, film avvolto in un vivido bianco e nero, ma anche capace di sperimentare nuovi linguaggi e tecniche stilistiche come in Dracula di Bram Stoker.
Come la barca che lentamente scivola lungo il fiume Mekong, la sua filmografia ha attraversato varie stagioni, anche non esaltanti ma sempre prove coscienti di un progetto portato a termine anche quando sembrava impossibile, rischioso e non convenzionale, tracciando un’impronta indelebile nella storia del cinema.