Sam Peckinpah
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Amava il Messico, le donne e la tequila Sam Peckinpah. È stato uno dei più grandi irregolari che abbiano mai attraversato il cinema americano, un Hollywood maverick entrato nel mito, un cane senza collare fino all’ultimo dei suoi film. All’interno della sua filmografia, che ha accompagnato la parabola di un genere, il western, fino al suo tramonto, alcuni critici hanno individuato un Sole e una Luna. Il Sole è Il Mucchio Selvaggio, capitale ed estrema declinazione della violenza rappresentata e rappresentabile nel cinema, e snodo decisivo per una serie di importanti cineasti che sarebbero seguiti, da John Woo a Quentin Tarantino.
La Luna è il magnifico Pat Garrett & Billy the Kid, memorabile canto del cigno del genere impreziosito da una colonna sonora composta da Bob Dylan entrata nella storia. Storica è anche la polemica con il nostro Sergio Leone, reo secondo Peckinpah di aver fatto western posticci e costruiti, senza conoscere il vero West. Leone, da sceneggiatore, si prese una piccola ma perfida rivincita mettendo sopra una lapide il nome del nemico giurato bloody Sam in Il mio nome è nessuno. Peckinpah dal canto suo avrebbe continuato a muoversi in direzione ostinata e contraria. Regalandoci esperienze uniche come la febbricitante caccia all’uomo di Voglio la testa di Garcia, la vertigine iperviolenta di Cane di Paglia o la cartolina dall’inferno della seconda guerra mondiale di Croce di ferro. Senza Peckinpah il cinema contemporaneo non sarebbe lo stesso. E forse non lo saremmo neanche noi.