Presente! Il teatro tra naufragi e periferie
A Teatro Azione le nuove proposte di Alessandro Businaro e Paolo Congi
Bisogna fare il teatro nell’entroterra del proprio io, questo è il mio consiglio, gridare forte la propria voce dal basso, da uno scantinato, da un vicolo buio […] farlo con tutta la forza di cui si è capaci.
— Emma Dante
Presente! Contemporaneo. Formazione è il titolo della rassegna che, per il terzo anno consecutivo, viene promossa dalla scuola di recitazione romana Teatro Azione, sotto la direzione artistica di Kira Ialongo, Valentino Villa e Domenico Casamassima.
Qual è il rapporto tra scena teatrale contemporanea e formazione? E come viene affrontato e proposto dai giovani artisti coinvolti?
Il naufragio della memoria
Naufragio di Alessandro Businaro (24 anni, diplomando attore alla Silvio d’Amico) riflette su tale quesito indagando le dinamiche profonde del rapporto uomo-donna. E lo fa attraverso una messinscena in cui a prevalere è una costruzione essenziale, geometrica, dello spazio, come a racchiudere l’intimità, il dolore, la dolcezza—di un ricordo.
Lei: Una stanza. Un tavolo. Due sedie.
Un uomo e una donna. Uno scontro dialettico che diviene pian piano rievocazione di lei, naufraga tra le memorie, a volte amare, a volte dolci e fragranti come la cheese cake dei compleanni passati.
Il testo di Irene Gandolfi diventa un “canto” raffinato nell’interpretazione dei due attori, in particolare della talentuosa Grazia Capraro (classe ’95), alle prese con l’elaborazione di una storia d’amore, di una perdita, di un’assenza e dell’eco dolorosa che questa lascia dietro di sé.
Naufragio – che ha debuttato all’European Young Theatre al Festival dei due Mondi di Spoleto 2017 – risponde all’esigenza del contemporaneo di una necessaria nuova visione che diventi sapiente ricerca teatrale e manifesto poetico.
Lui: Si è riaperta la crepa sul muro.
Lei: L’ho riaperta io, la crepa.
L’intento artistico, la ricerca, è tutta qui: nell’urgenza di un’ulteriore apertura degli occhi, di una visione più profonda e critica del reale, che l’artista contemporaneo deve essere capace di trasformare in immagine.
Freud, in occasione della morte del padre, fece un sogno nel quale appariva un cartello con la scritta «Si prega di chiudere gli occhi». Buñuel, con l’iconica scena del taglio dell’occhio in Un chien andalou, proponeva contrariamente all’affermazione freudiana di chiusura degli occhi l’eventualità che la nostra vista razionale si apra per accogliere anche un’altra possibilità del vedere. Ed ecco allora che quella crepa di Naufragio diventa il tentativo di andare oltre, di vedere al di là della obiettiva materialità.
«Un tavolo. Due sedie. Una donna sola.» E la possibilità di ritrovare, nonostante il dolore, una melodia nel ricordo, rievocata in scena dalle parole di E a quanti amori di Fabio Concato:
Se parli ancora m’innamoro.
Non devo fare niente.
Mi lascio solo andare.
Così, semplicemente.
[…]
Se parli ancora ti do un bacio.
Su quella bocca grande.
[…]
Ma questo è già ridicolo,
non mi hai nemmeno visto.
Mi invento questo amore,
perché senza non esisto.
La donna non ha paura, infine, a mostrarsi nuda, anche se troppo tardi—nella scoperta, tutta femminile, del lasciarsi andare.
C’è tanto in questo prezioso testo teatrale: c’è il desiderio di stare e di cercare nel «qui ed ora», c’è la sorpresa della scoperta, c’è la necessità di sentire l’altro in un modo improvviso e inaspettato, di sostare in quello spazio, in quel tempo dove esistono solo lui e lei. E c’è la sensibilità dell’artista, attento osservatore e studioso della scena e del linguaggio contemporanei.
Naufragio è, di certo, il teatro che vogliamo vedere nel nostro Presente Contemporaneo.
L’amore impossibile nella periferia
Mentre Naufragio rievoca il difficile e incerto incontro tra l’uomo e la donna di antonioniana memoria, Maddalé di Paolo Congi – nato dal lavoro portato avanti dalla drammaturga Letizia Russo e dal regista e attore Paolo Zuccari all’interno del Laboratorio permanente di drammaturgia di Teatro Azione, insieme agli ex allievi della scuola – propone invece l’impossibilità di questo rapporto.
La periferia romana, dove Maddalena (Livia De Luca) vive insieme al marito Francesco (Paolo Congi), agli arresti domiciliari, è lo scenario desolato in cui si aggira un’umanità che ha perso la capacità di amare. Anche l’incontro di Maddalena con Bruno (Francesco Utzeri), scrittore borghese e depresso, non fa che ribadire l’ineluttabilità della propria condizione.
A tratti godibile, Maddalé è porta in scena la complessità dei rapporti, la violenza insita negli stessi e le problematicità della periferia romana, senza tuttavia fornire una lettura più approfondita delle dinamiche e delle contraddizioni sottese.
La messinscena è caratterizzata, infatti, da una struttura circolare che non riesce a innescare alcuna evoluzione drammaturgica né nella vicenda né nei personaggi, depositari di cliché cari all’argomento e testimoni impotenti del proprio fallimento.
Forse il limite più evidente dello spettacolo è la mancanza di una visione profonda su quanto viene raccontato, che rimane come la fotografia di una realtà che non ammette trasformazione. Se volessimo far tesoro della lezione neorealista, potremmo dire che anche laddove siano la vita quotidiana, l’ordinario oil fatto di cronaca ad abitare la scena, non si può rinunciare a uno sguardo critico rispetto allo scenario storico-sociale che si va a rappresentare, tanto più poi se quello scenario è il nostro presente, che tanto avrebbe da dire.
Sarà proprio Maddalena, nella genuina interpretazione di De Luca, a decretare quest’impossibilità al cambiamento: «Alla fine mi sono resa conto che sto bene con quello che ho.»
In questi tempi incerti, in cui all’artista si chiede sempre più di stare dentro gli eventi, di essere rivoluzionario, nel pensiero e nello sguardo, la rassegna di Teatro Azione si pone come uno spazio di confronto, di riflessione, dove le suggestioni e i percorsi di ciascuno diventino possibili, dove nuove scritture sceniche prendano vita: nell’attesa che il nostro torni ad essere un Paese anche per giovani.
Ascolto consigliato
NAUFRAGIO
regia Alessandro Businaro
drammaturgia Irene Gandolfi
con Grazia Capraro e Alessandro Businaro
aiuto regia Barbara Venturato, Dario Caccuri
Teatro Azione, Roma – 10 febbraio 2018
MADDALÉ
progetto Teatro Azione/In Scena!
testo Paolo Congi
con Paolo Congi, Paolo Cutroni, Livia De Luca, Miriam Esposito, Francesco Utzeri
Teatro Azione, Roma – 24 febbraio 2018