Midollo: abitare il teatro oltre il degrado
Laminarie attraversano il Corviale per arrivare al cuore della periferia
Non ci sono ricette. Ma quando parlo di ‘messa in vita’ parlo di qualcosa che chi ragiona per compartimenti stagni, in termini di professionisti e dilettanti, professionisti e amatori, professionisti e figuranti, serie A e serie B, non potrà mai capire. Sono da rifiutare, perché fuorvianti, i termini dilettanti, amatori, figuranti: la messa in vita provoca un corto circuito, un legame infuocato fra gli artisti e i cittadini. […] Questo intendo, questo mi interessa quando parlo di ‘messa in vita’: un irrompere di esseri umani, cittadini, in tensione creativa con il linguaggio dell’arte […].
Si comincia dalle parole emozionanti di Marco Martinelli, contenute in Farsi luogo (frammento n. 73), per introdurre il lavoro della compagnia bolognese Laminarie. Perché quell’«irrompere di esseri umani in tensione creativa con il linguaggio dell’arte» sembra essere affine per sensibilità anche al lavoro portato avanti da Febo Del Zozzo e Bruna Gambarelli di Laminarie, compagnia fondata nel 1994 e dal 2009 stabilitasi al DOM, la cupola del Pilastro (direttore artistico Febo Del Zozzo), nella periferia Est di Bologna.
Proprio con i cosiddetti “non professionisti”, infatti, la compagnia intraprende da anni un percorso di ricerca teatrale che si articola in progetti itineranti site specific nei quartieri periferici, coinvolgendo in prima persona gli abitanti del luogo – poco abituati al teatro – , non tanto con l’intento di mettere in scena un testo quanto di proporre un’azione teatrale che agisca e interagisca con il territorio, evolvendo di volta in volta in modo diverso secondo il contesto sociale, strutture architettoniche e – soprattutto – partecipanti coinvolti.
Un anno dopo l’esperienza bolognese del Virgolone, simbolo del quartiere Pilastro, Laminarie si è spostata al Corviale, complesso residenziale imponente alla periferia romana in zona Portuense, con l’intento di arrivare al suo Midollo, ovvero la sua parte più vitale, segreta e costitutiva: gli abitanti.
750.000 metri cubi di cemento, 1.200 appartamenti, 8.500 abitanti: il Corviale è una piccola città nella città – un po’ come tutti i quartieri di Roma – dalla storia tormentata. Chiamato ora «eco-mostro», ora affettuosamente «Serpentone» e ideato negli anni Settanta dall’architetto Mario Fiorentino che doveva, in teoria, ispirarsi alle idee architettoniche all’avanguardia di Le Corbusier (come l’Unité d’habitation a Marsiglia), di fatto poi l’edificio – mai completato del tutto – ha alle spalle una nota storia di incuria e abbandono da parte delle istituzioni. Oggi, da un lato esistono spazi virtuosi come il Mitreo – Arte contemporanea, il Calciosociale, la Biblioteca Renato Nicolini, dall’altro lo spaccio, l’isolamento, l’abusivismo edilizio.
In questo quartiere dalle anime contrastanti si è installata Laminarie un mese prima di Midollo, consapevole dei rischi e delle fragilità che un progetto sul campo potrebbe implicare, cercando la collaborazione dei cittadini e delle associazioni per coinvolgere gli “attori” interessati a partecipare, costruendo un percorso a partire da racconti personali degli abitanti e dal rapporto con il proprio spazio abitativo, per sfociare poi nella scelta dei testi a cui il direttore artistico si ispirerà liberamente per adeguarli agli interpreti.
Così, nei giorni di replica, il Corviale diventerà un mondo altro e i primi fautori di questa trasformazione non potranno che essere dei bambini – quattro – che guideranno insieme alla compagnia altrettanti gruppi di spettatori suddivisi in Cervicale, Dorsale, Lombare, Sacrale nell’attraversamento della struttura vertebrale dell’edificio, disseminato per l’occasione da piccole e inaspettate apparizioni teatrali. Una volta salite le scale, suoneremo al campanello e ci apriranno Natalia Cianci e Nella Petrocchi con Le piccole virtù di Natalia Ginzburg; attraverseremo i corridoi per incontrare le parole di Amleto in Salvatore Gallo o la Filastrocca della battaglia con Drago di Bruno Tognolini in Caterina Tedeschini, e scendendo di nuovo troveremo l’adolescente inquieto di Tu non mi conosci di David Klass interpretato dal giovane Adriano Napoli, per dirne alcune. Sono piccoli frammenti più o meno famosi che riflettono in qualche modo sulla vita e sul coraggio che ci vuole per affrontarla. Parole luminose contro lo stereotipo del Corviale “mostro” e degradato, insolite da ascoltare all’interno di queste strutture architettoniche che proprio grazie all’azione teatrale perdono la dimensione quotidiana per essere osservate con uno sguardo e una consapevolezza dello spazio diversi.
Prima di una regia di grido, prima di un testo e ancor prima degli attori, per Laminarie il teatro è un luogo vivo e in continuo cambiamento abitato da persone che possono relazionarsi, al di là del professionismo e dilettantismo.
Forse l’importante non è tanto “imparare a recitare” per gli abitanti coinvolti ma conoscere il teatro nei suoi valori più inalienabili: l’ascolto di sé attraverso l’incontro con una storia, la disciplina, l’impegno individuale e collettivo che implica l’aderire a un progetto; e, infine, sentire di costruire qualcosa assieme, il primo passo per sfuggire all’emarginazione.
Ascolto consigliato
Corviale, Roma, 24 settembre 2017
MIDOLLO – SPETTACOLO ITINERANTE NELLE VERTEBRE DEL CORVIALE
Progetto a cura di Laminarie/DOM la cupola del Pilastro
ideazione e regia Febo Del Zozzo
cura e organizzazione Marcella Loconte e e Valeria La Corte
ufficio stampa e comunicazione Sara Fulco