Le eterne ambiguità dell’essere umano
Ad Andria la XXI edizione di Castel dei Mondi. Prima parte
C’è poco da fare, gli anni passano, le amministrazioni si alternano, il numero delle edizioni aumenta, i budget cambiano; eppure gli andriesi (ma non solo) sono sempre lì, pronti a onorare il loro agognato appuntamento annuale con il teatro. Abbonamenti terminati prima dell’inizio della rassegna, biglietti introvabili durante il suo svolgimento: il Festival Castel dei Mondi ha creato una sorta di vorace spettatore “onnivoro”, sempre pronto a invadere gli spazi che ospitano gli eterogenei spettacoli (installazioni, performance, danza, teatro, concerti) di un festival ormai giunto alla sua ventunesima edizione.
Città viva, Andria. Famiglie che passeggiano lungo il Corso, tra le innumerevoli chiese e tra i bistrot del centro; ragazzi che animano i locali, i larghi piazzali e gli stretti vicoli del centro storico fino a tarda notte. Città affamata, Andria. Una fame di cultura soffocata dalla mancanza di un teatro cittadino e dalla programmazione mainstream del cinema multisala. Stiamo parlando del quarto comune più popoloso della Puglia, con i suoi poco più di 100.000 abitanti costretti a spostarsi nei paesi limitrofi alla costante ricerca di un’offerta culturale allettante.
Anche di questo si è discusso durante il progetto curato dalla redazione de Il Pickwick, Lo spettatore che racconta, degli incontri rivolti a un numero limitato di spettatori, poi confluiti in un blog che ha accompagnato quotidianamente le giornate del festival (leggi qui). Ma questa è solo una delle novità di un’edizione (direzione artistica di Riccardo Carbutti) riposizionata nel suo storico periodo di fine agosto/inizio settembre e segnata dal ritorno, dopo due anni di assenza, di Castel del Monte, luogo storico della kermesse che ha accolto Parole Evolute, una serie di talk sulla lingua italiana. Un’attività collaterale, dunque, come lo è stato il Bus Theater, un vero e proprio automezzo che si è mosso principalmente nella periferia di Andria in una sorta di percorso itinerante volto a ospitare concerti e spettacoli teatrali.
Ma Castel dei Mondi si è spostato anche oltre la periferia, arrivando nei paesi limitrofi di Trani e Ruvo di Puglia con una performance targata Guinea Pigs e con L’abito nuovo, spettacolo scritto dalla coppia Pirandello/De Filippo e portato in scena da Michelangelo Campanale (La Luna nel Letto). Confini cittadini allargati, quindi, per un festival che doveva riscattarsi – riuscendoci – dopo l’opaca e travagliata edizione dello scorso anno. Ma veniamo alla proposta artistica.
Proprio da Trani partiamo con Il futuro è una trappola? performance di Guinea Pigs e Anelo1997 (direzione artistica Riccardo Mallus su drammaturgia di Giulia Tollis) che indaga l’idea di futuro con tutte le paure e speranze contenute in essa. I preparativi iniziano già dal pomeriggio, quando un’installazione site specific coinvolge una serie di spettatori ai quali viene chiesto di muoversi nella “trappola” composta di linee in ferro che intrecciandosi formano una sorta di labirinto. Qui alcuni sensori captano la presenza dei visitatori e attivano diversi contributi sonori legati al tema principale che invitano i partecipanti a interagire con essi.
Tutto questo diventa materia prima per la performance serale. Le risposte, le opinioni e le provocazioni raccolte nel pomeriggio vengono infatti rimodellate e rimpastate nella voce amplificata del performer (Marco De Francesca) intento a districarsi tra le linee ingarbugliate del suo habitat. Ad accompagnarlo nel suo percorso, tra i vortici synth musicali, ci sono alcune danzatrici della compagnia pugliese Equilibrio Dinamico, che con i loro movimenti istintivi, dinamici, talvolta meccanici e asimmetrici richiamano la danza futurista, senza però rimanere intrappolate in essa, bensì tentando una via d’uscita da un passato fondamentale dal quale occorre slegarsi per vivere il presente e tendere verso il futuro. Evocazioni futuriste che – da Marinetti a Boccioni, fino ad arrivare a Russolo – saranno il leitmotiv di una performance atta ad analizzare l’attuale condizione umana e il suo incerto futuro.
Ritroviamo i danzatori di Equilibrio Dinamico anche l’ultimo giorno di festival con Ideas Are Like Fishing. La compagnia diretta da Roberta Ferrara questa volta è alle prese con una coreografia del belga Bert Uyttenhove ispirata da un’intervista di David Lynch – Ideas are like fish – secondo cui «Se si desidera catturare pesci piccoli, puoi fermarti ad acque poco profonde. Ma se si vuole prendere il pesce grosso, devi andare più in profondità».
Proprio dalle parole del regista statunitense si parte per creare una scena mutevole e mutata dai vari ingressi di un danzatore che mostra, di volta in volta, una lavagnetta sempre più grande con su scritto, appunto, «Ideas». I suoi ingressi e uscite scompigliano l’ordine delle danzatrici, coinvolte in un crescendo corale o indipendente armonioso, sfiancante, quasi isterico, ma che si frena forse troppo presto. Se le idee sono il frutto di un processo interattivo tra coscienza, creatività e meditazione forse occorrerebbe scavare più a fondo, arricchire di contenuti e variabili uno spettacolo che, allo stato attuale, sembra rimanere sospeso a metà tra i piccoli pesci e quelli grandi di cui parla Lynch.
Di spunti invece ne offre molti l’ultimo lavoro della Ballata dei Lenna – Human Animal –, un percorso antropologico e interdisciplinare che, partendo dal concetto di noia, ci mostra le fragilità e i paradossi del nostro stare al mondo. L’impianto narrativo e di indagine ha come modello Il re pallido, l’ultimo romanzo di David Foster Wallace, osannato scrittore che nelle sue pagine incompiute scava nelle noiosissime ma comunque epiche vite di un gruppo di impiegati dell’agenzia tributaria statunitense.
L’avvio ha tute le sembianze del mockumentary: gli attori (Nicola Di Chio, Paola Di Mitri e Miriam Fieno) – tre normalissimi impiegati italiani – agiscono dietro uno schermo da cui vengono proiettate le immagini in presa diretta che gli stessi tre girano in piano-sequenza. La videocamera, manipolata a turno, indugia sui primi piani, sui dettagli e sulle soggettive dei personaggi, scandendo i loro ritmi quotidiani di lavoro, le loro relazioni personali e ambizioni, portando il pubblico a filtrare, da posizione privilegiata, la nascosta umanità celata dietro un comune posto di lavoro.
Lo spettatore si ritrova dunque ad assistere a uno spaccato della nostra quotidianità, necessariamente artefatto da una drammaturgia e da un mirato utilizzo dell’inquadratura da parte degli autori ma altresì condiviso e aderente a una realtà che si palesa in tutta la sua nuda schiettezza quando la compagnia irrompe finalmente in scena e, chiamando in causa anche il pubblico, ne mette in luce tutta la sua bizzarra illogicità. Ecco dunque apparire l’essere umano in tutta la sua imperfezione, costretto a muoversi in quella giungla chiamata vita tra la routine quotidiana e il desiderio di evasione, tra la noia e la costante e spesso infruttuosa ricerca dell’eterno appagamento personale.
Ambizioni e malesseri di cui lo stesso Wallace – evocato nell’ultima parte dello spettacolo – diventa inconscio osservatore. Ma proprio questo gioco di specchi non riesce, a nostro avviso, a continuare il discorso fin lì molto stimolante con la stessa densità e qualità di contenuti, rischiando di diventare un’appendice commemorativa che riduce, invece di accrescere, una curiosità nei confronti di uno dei maggiori scrittori della nostra epoca.
Questioni molto delicate dunque, vicine al nostro presente, al nostro vivere quotidiano. A Castel dei Mondi però si ride anche (e tanto) con degli spettacoli dall’alto contenuto comico e visivo. Ma di questi ne parleremo nei prossimi giorni.
Ascolto consigliato
Festival Castel dei Mondi, Andria – 30 agosto, 6 e 10 settembre 2017
IL FUTURO È UNA TRAPPOLA?
Ideazione e realizzazione: Guinea Pigs e Laboratorio Anelo1997
Curatela: Marco De Francesca
Architettura scenica: Laboratorio Anelo1997
Drammaturgia: Giulia Tollis
Dispositivi sonori: Gianluca Agostini
Coreografie: Betti Rollo
Performer: Betti Rollo, Marco De Francesca e i danzatori di Equilibrio Dinamico Dance Company – Tonia Laterza, Serena Angelini, Beatrice Netti, Armando Disanto e Camilla Romita
Direzione artistica: Riccardo Mallus
Produzione esecutiva: Vincenzo Losito
IDEAS ARE LIKE FISHING
Produzione: Equilibrio Dinamico Dance Company
Coreografia:Bert Uyttenhove
Rehearsal Assistant: Armando Disanto
Danzatori: Tonia Laterza, Serena Angelini, Beatrice Netti, Nicola De Pascale, Camilla Romita, Laila Lovino
Organizzazione: Vincenzo Losito
Direzione artistica: Roberta Ferrara
HUMAN ANIMAL
di Paola Di Mitri
regia Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
con Nicola Di Chio, Paola Di Mitri, Miriam Fieno
luci e visual concept Gennaro Maria Cedrangolo e Eleonora Diana
video e riprese Vieri Brini e Irene Dionisio
costumi Valentina Menegatti
produzione La Ballata dei Lenna
produzione esecutiva ACTI Teatri Indipendenti