Palasport Carnera, Udine In cosa consiste il fenomeno Fabri Fibra? Una cosa è certa: di fenomeno si tratta e si capisce bene anche questa da questa sua tappa udinese sold out, organizzata dalla stessa Azalea Promotion che dobbiamo ringraziare per aver portato in regione spettacoli di altissimo livello.
Il fenomeno Fibra è quello dato dall’eco mediatico ad un ragazzotto qualunque venuto dal sud che, trainato dal potere scandalistico dovuto ad una certa audacia nei testi delle sue canzoni, ora si ritrova investito a paladino della nuova rivolta culturale (?) giovanile. Et voilà, ecco che il suo “Controcultura Tour” è servito: ma la sensazione di un retrogusto demagogico/qualunquista è veramente troppo marcata per non lasciare indifferenti e, a tratti, infastiditi.
La morale esplicita del concerto è: “pensate con la vostra testa, ragazzi, e non lasciatevi ingannare”; non mi sembrano parole nè profonde nè originali, soprattutto se rivolte ad un pubblico con l’età media di quindici-diciassette anni che se ne sbatte di slogan&affini e amene profondità testuali, puntando solo allo sballo puro. Giovani che adottano come pensiero proprio quegli stessi slogan sparati dal Fabri nazionale, ripetendoli a squarciagola senza porsi la benchè minima domanda sulla propria coerenza. “Simpatico” e a suo modo rivelatorio è il siparietto che avviene quando Fabri critica i ragazzi che perdono tempo con la realtà virtuale e ai concerti, invece di scatenarsi, stanno piantati a filmare con il cellulare: il boato di consenso accoglie il rapper, ma arriva dagli stessi ragazzi che hanno il telefonino in mano per immortalare il momento.
Venendo al concerto in sè possiamo dire che non sono mancati i buoni momenti, cinque o sei sulle note dei singoli più tramessi ed orecchiabili (Tranne te, Applausi per Fibra, Vip in trip, Festa), sicuramente divertenti e godibili, ma su una scaletta di trentatrè brani (!) sono veramente pochi. Il resto è uno show piuttosto piatto, con un’amplificazione che rende molte volte incomprensibili le parti cantate; l’insieme sembra sempre uguale a se stesso, nello stile e nelle canzoni, fondato sulle tipiche ritmate hip hop ad alto volume innestate sulle distorsioni della scratch di due abilissimi djs.
Il tutto si svolge su un palco dalle dimensioni contenute e decisamnte scarno, con poche luci e una mega consolle elevata. Fabri Fibra è rigido, uno spilungone meccanico e un po’ goffo, abile nell’uso del linguaggio musicale; per l’occasione è accompagnato da dj Entics, un tipetto molto sgaio, dalle buone qualità di entertainer, bravo a tenere sostenuto il ritmo del concerto (e, diciamolo, meno male che c’è lui!).
In conclusione, tante pretese, ma nessuna vera novità, zero sorprese, nessun insegnamento costruttivo e poco divertimento: una serata all’insegna del “vorrei, ma non posso” che scivola velocemente addosso senza scossoni né emozioni nel bagaglio personale dei ricordi.
Alla prossima.