A volte ritornano. Nel giugno 2016, i videogame tentano un nuovo assalto al fratello maggiore, il cinema, per cercare di conquistare parte di pubblico da sala e portarlo davanti agli schermi dei Pc maggiorati primariamente e, poi, per dare soddisfazione ai milioni di videogiocatori sparsi per il mondo, in un certo senso legittimando le troppe ore spese a ragionare su come sconfiggere la prossima orda di orchi. Sembianze di orchi hanno anche questi progetti: kolossal da milioni di dollari, pesi massimi dell'industria hollywoodiana che come ogni gigante che si rispetti potrebbero vincere facile al box-office oppure fare un tonfo. Del resto, più sono grossi, più rumore fanno quando cadono.
Warcraft L’inizio è uno dei titoli più attesi dai fan del mondo videoludico da decenni: basti pensare che l'annuncio del progetto risale al 2006. Siamo a metà 2016 e questo gigante di computer grafica e manovre belliche fa il suo debutto nelle sale cinematografiche sotto la guida di uno dei registi più promettenti degli ultimi anni: quel Duncan Jones che aveva incantato con la sua opera prima, Moon, e aveva creato quel thriller fantascientifico e meta riflessivo sul cinema che era Source Code. I passi verso il kolossal erano già stati fatti e questo film rappresenta un nuovo debutto per il regista inglese.
Warcraft è un videogioco che risale al 1994, nasce come un real-time strategy, cioè un gioco di strategia (solitamente bellica), per poi diventare un MMORPG gioco di ruolo online multiplayer. Dal primo titolo per Pc si è poi passati a un mondo espanso fatto di altri titoli videoludici, libri, giochi da tavolo e carte collezionabili. Mancava ancora lo sbarco sul grande schermo ed eccoci qua al debutto di un titolo che si preannuncia il primo di una nuova saga fantasy, salvo disastri al botteghino. E il rischio non è poi così remoto: l'adattamento è infatti fallimentare sotto numerosi punti di vista, primo fra tutti la sceneggiatura. Il tentativo di dare spessore a personaggi piatti per definizione è piuttosto goffo: cavalieri coraggiosi, elfi, nani, stregoni e orchi. Sicuramente buona la scelta di non avere dei protagonisti stabiliti dall'inizio alla fine, ma di fluttuare continuamente fino alla scelta finale.
In una classica collocazione fantasy, Azeroth, tutte le razze conosciute vivono in pace e prosperità fino all'arrivo degli orchi dal loro mondo in rovina, Draenor. Il conflitto che ne deriva è chiaro, ma i confini tra buono e cattivo sono molto labili, con repentini cambi di fronte necessari alla creazione di uno svolgimento minimo della trama. La scrittura del film tentenna spesso tra la necessità di scene frenetiche e momenti epici che si risolvono in battute scontate, sentite, stereotipiche in definitiva. Gli snodi del film soffrono dello stesso problema. Scontato non è, invece, l'oceano di parole tecniche e specifiche del mondo del videogame, che vengono usate e ripetute senza un minimo di spiegazione, rendendo meno accessibile il film a un pubblico ignorante in materia.
A risaltare è l'accuratezza e il realismo, si fa per dire, della computer grafica, eccellente in ogni momento e vivace per colore e definizione. Vengono in mente gli stessi discorsi fatti per Avatar di James Cameron dove non importava la trama banale e scontata, ma la potenza visiva delle immagini e dell'immaginario. In questo, il film di Duncan Jones non è certo da meno.
Se i videogiochi rincorrono il realismo cinematografico da sempre, è vero anche il contrario. Il cinema cerca costantemente, specie nei film adattamento, la grammatica visiva dei videogiochi. In Warcraft non mancano impressionanti inquadrature a volo d'uccello che ricordano la grafica dei videogame di real-time strategy, come non mancano i momenti più personali nella classica impaginazione dei first-person shooter. Durante la prima battaglia, lo spettatore meno avvezzo, assieme a uno degli umani in scena, subisce un rapido tutorial istruzioni per l’uso su come affrontare correttamente e sconfiggere gli orchi.
Sono personalmente convinto che nonostante il risultato non eccelso, la strada imboccata da questo cinegame, sì, si sono inventati un nuovo termine per questo tipo di adattamento, sia quella giusta. È solo il primo passo verso un nuovo filone pronto a invadere le sale cinematografiche: siamo a pochi giorni di distanza dall'uscita di Angry Birds, in dolce attesa di vedere le acrobazie di Altair/Fassbender in Assassin's Creed e le curve mozzafiato della nuova Lara Croft/Alicia Vikander in un nuovo capitolo di Tomb Rider. E lì, tra le poltrone di una sala buia, non ci sarà nessuna possibilità di mettere in pausa. Per ora.