Autobiografia burlesca – Mark Twain
Dello scrittore americano Mark Twain tutti sanno che: è nato in Florida; è considerato uno dei massimi autori della narrativa mondiale contemporanea; tra le sue opere più famose troviamo Le avventure di Tom Sawyer, quelle di Huckleberry Finn e Il principe e il povero; ha subito numerose censure durante la sua lunga carriera letteraria; certamente lo humour non gli mancava.
Fin qui ci siamo, nulla di nuovo.
Ma ciò che, forse, non tutti sanno è che Mark Twain ha scritto un’altra opera, decisamente sui generis, un libello di poco più di 50 pagine, un’Autobiografia burlesca (e altre storie), riscoperta ed edita nel 2015 da CasaSirio (per la traduzione di Michele Campagna e Chiara Bonsignore), una casa editrice giovane e a caccia di novità, che l’ha allusivamente inserita nella collana “Morti&StraMorti” (a riprova che l’ironia, quando si parla di questo libro, è tutto).
Un’opera suddivisa in tre racconti esilaranti, dove i protagonisti sono personaggi decisamente fuori dalle righe, da Guy Fawkes, tagliateste medievale, a un nativo americano che ha combattuto contro George Washington, dal compagno di traversata di Cristoforo Colombo a una duchessa di nome… Conrad, una galleria strampalata degna del miglior film di Tim Burton.
Tra divertissement e pseudo-autobiografia, Twain introduce il lettore al suo personalissimo albero genealogico, composto da nobili antenati avvezzi al cercare, al furto, alla dissoluzione e alla corruzione, ma sempre con un certo stile, ça va sans dire, tre racconti finora inediti in Italia, che mostrano il lato più fanciullesco e irriverente del maestro della letteratura del Nuovo Mondo, un Twain irresistibile che gioca e si diverte a prendere in giro i suoi fedeli lettori, trascinandoli in tre universi paralleli distinti, ma pur sempre collegati tra loro: l’album della famiglia Twain, il Medioevo, cornice ideale per una straziante storia di passione dagli inaspettati risvolti sessuali, e la Firenze patria della lingua italiana, con la quale l’autore vive un travagliato rapporto di amore e odio.
Insomma, una vera e propria chicca dal sapore incredibilmente contemporaneo e, dettaglio accessorio ma comunque non irrilevante, la grafica del volume, che ben si adatta al contenuto dell’opera: accattivante, colorata, divertente. In una parola, “burlesca”.