La piuma – Giorgio Faletti
Dame, cavalieri senza macchia e senza paura, draghi, creature fantastiche e suggestive partorite dalla fervida fantasia di cantastorie di ogni epoca, fin dalla notte dei tempi: sono questi, solitamente, gli eroi delle fiabe.
Ma se la protagonista assoluta, l’eroina di una storia moderna fosse una piuma? Leggera, candida, ma soprattutto libera, libera di fluttuare attraverso luoghi e storie diverse, incontrando personaggi eterogenei, frammenti di vita vissuta, carpendone i segreti più intimi.
Questo il pretesto narrativo che ha dato origine, appunto, a La piuma (Baldini e Castoldi, 2015), l’opera postuma di Giorgio Faletti, poco meno di cento pagine che diventano un inno alla libertà, alla consapevolezza che la bellezza, talvolta, sta proprio nelle cose apparentemente insignificanti.
Una fiaba per adulti, impreziosita dalle tavole illustrate dell’artista Paolo Fresu, che presenta al lettore un gruppo di personaggi dal sapore antico, ma che richiamano chiaramente alla realtà contemporanea: un Re alle prese con la pianificazione di una guerra insieme al suo Generale, indifferente alle sorti del suo popolo e dei suoi soldati, un Cardinale che impone dazi e imposte ai poveri contadini in nome di una Chiesa modellata a suo piacimento, una Ballerina di fama mondiale, apparentemente algida ma consumata da un amore non corrisposto, la Donna di Tutti, una prostituta che nasconde un animo nobile, e infine l’Uomo del foglio bianco, l’unico ad accorgersi della piuma, e a trarne ispirazione per la sua futura opera.
Una fiaba dei nostri giorni che, tuttavia, racchiude il sapore di opere che hanno segnato indissolubilmente la storia delle letteratura, da Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach, in primis, all’intera poetica di Paul Valéry, unite da un unico, irrefrenabile anelito di libertà, e ancora da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry, al quale La piuma si avvicina nello stile leggero, delicato, quasi infantile ma sapientemente calibrato, a una qualsiasi canzone di Angelo Branduardi, un menestrello che non risparmia acute considerazioni sulla società circostante.
Non stupisce che l’intento originario di Faletti fosse quello di trasformare questo piccolo libello proprio in un musical, un progetto tanto amato e curato negli anni che, tuttavia, non è riuscito a portare a compimento a causa della prematura scomparsa.
Delicata, dolceamara, la piuma è volata via in cerca di nuove avventure e nuove storie da narrare proprio come il suo autore, accompagnando l’inatteso commiato di colui che verrà ricordato come un “romantico inventore di serial killer”.