Marco Ferreri
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Fra i registi che hanno dato il loro contributo alla settima arte, Marco Ferreri resta uno dei più brillanti e controversi. La sua filmografia è caratterizzata da pellicole che hanno stravolto il comune linguaggio cinematografico dell’epoca nel descrivere l’analisi psicologica dei personaggi e della società, in un sublime decadimento dei costumi e della morale, rappresentando anche situazioni agli antipodi. Il suo nome è legato indissolubilmente a quello dello sceneggiatore spagnolo Rafael Azcona, suo abituale collaboratore con cui ha scritto la maggior parte dei suoi film; impregnata di echi bunueliani (Ferreri è senza dubbio l’unico regista che possa essere accostato al grande regista spagnolo), la sua filmografia è dominata da un’atmosfera cinica, dissacratoria e grottesca, a tratti surreale (ma non surrealista) sempre efficace nella sua critica impietosa verso i valori della società.
Affiancato sempre da grandi interpreti, fra i tanti Ugo Tognazzi e Michel Piccoli, che si sono identificati nei suoi personaggi senza risultare delle maschere ma piuttosto dei ritratti impietosi della nostra civiltà: tra tutti è doveroso citare il cinico ed insensibile sfruttatore di fenomeni da baraccone interpretato da Tognazzi ne La donna scimmia e l’ingegnere annoiato reso con grande maestria da Piccoli in Dillinger è morto. La sua opera più celebre ed importante, summa di tutto il suo pensiero, è sicuramente La grande abbuffata: in una villa parigina, quattro borghesi si riuniscono per impegnarsi in un lento suicidio, in un’orgia raccapricciante di cibo e sesso sino a giungere ad una morte che è un tripudio dei piaceri. Film dissacrante che sbeffeggia senza filtri i costumi della borghesia riducendo l’uomo ad un mero consumatore senza spina dorsale e sottomesso ai suoi bisogni più elementari.
Tema ricorrente della sua filmografia è la sottomissione del maschio nei confronti della donna; il loro predominio emerge lentamente sino ad un totale ribaltamento dei canoni. Sono madri, amanti e spose che riducono l’uomo ad un essere senza alcuna personalità, da cacciatore a preda inebetita incapace di reagire. Un eunuco sia mentale che fisico. Autore fortemente criticato e censurato, è riuscito però grazie al suo cinema a fornire una lucida analisi dei cambiamenti, dei vizi e del marcio che si nasconde all’interno della nostra società. In un linguaggio originale e senza filtri.