John Carpenter
100 registi (e tantissimi film) che migliorano una vita
Aggressivo, viscerale e sanguigno. Questi tre aggettivi descrivono in sintesi il cinema di John Carpenter. Con l’avvento della New Hollywood, a questo regista classe 1948, si deve il concepimento di un nuovo linguaggio cinematografico nel genere horror e fantascientifico, caratterizzato da una maggiore ricchezza stilistica, dalla ricerca di soluzioni che evidenziassero l’abilità del regista nel dirigere e nel concepire un prodotto che non risultasse solo truculento, grottesco e adatto ad un pubblico con poche pretese. Emblema di questa sua nuova impronta è il prologo di Halloween – La notte delle streghe, dove assistiamo al cruento omicidio della sorella di Mike Myers (personaggio diventato di diritto un’icona) attraverso la soggettiva dell’assassino, avvolgendo lo spettatore in un’atmosfera asfissiante e carica di tensione, in un tutt’uno fra l’occhio e la cinepresa.
Tensione che non scema, ma anzi aumenta nel successivo La cosa (primo capitolo di quella che è stata definita la Trilogia dell’Apocalisse, proseguita con Il signore del Male e Il seme della follia, tutti film assolutamente da riscoprire). Una base scientifica isolata fra le immense distese di ghiaccio dell’Antartide è attaccata da un essere alieno, una creatura senza una forma propria ma che inesorabilmente sterminerà l’equipaggio di questa base assumendo le sembianze degli scienziati, celando il suo aspetto sino all’ultimo e creando una spirale di sospetti e paure fra le vittime.
Oltre a Myers, a Carpenter si deve l’ideazione di un’altra icona: un detenuto condannato alla pena capitale in grado di cavarsela e di uscire fuori dalla situazioni più pericolose e complicate: Snake (nella versione italiana Jena”b3